A Nuova Delhi è stato vietato il servizio Uber, il sistema che
consente a chiunque di mettere a disposizione la propria auto per
passaggi a pagamento, dopo che ieri la polizia cittadina ha arrestato
un uomo accusato di stupro proprio durante uno di questi passaggi. L'azienda californiana aveva già annunciato che avrebbe fatto "tutto
il possibile per portare il colpevole davanti alla giustizia e
sostenere la vittima e la sua famiglia nel recupero". Ma non è
bastato. Il problema degli stupri rappresenta una ferita aperta in un Paese,
come l'India, dove se ne registrano migliaia all'anno e il fenomeno ha
assunto le proporzioni di una malattia endemica.
"Io ho paura di uscire la sera - racconta questa ragazza -. Metro,
autobus, persino camminare può essere pericoloso. Non sei al sicuro da
nessuna parte". L'uomo, Shiv Kumar Yadav, 32 anni, è accusato di avere stuprato
un'impiegata 26enne di un'azienda finanziaria venerdì notte, quando è
stato chiamato per riportarla a casa dopo una cena. La giovane si
sarebbe addormentata in auto. Al suo riveglio, la macchina si sarebbe
ritrovata parcheggiata in un luogo appartato. Lì sarebbe avvenuto lo
stupro. L'uomo aveva già un precedente per violenza sessuale. Secondo le statistiche, ogni anno vengono commessi circa 25mila stupri
in India, Paese con una popolazione di 1,2 miliardi di persone. Gli
attivisti, tuttavia, sostengono che le cifre reali siano molto più
alte e che la maggior parte dei casi non siano denunciati.
Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 10:16
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