Luca Iani, di Roma, e Marco Paccosi morti scalando il Gran Sasso: difficile il recupero delle salme

Domenica 25 Settembre 2022
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Il Gran Sasso si porta via altri due escursionisti, Luca Iani, di Roma, 56 anni da compiere, psicologo e docente all’Università europea di Roma e il suo amico Marco Paccosi, 42 anni, di Sansepolcro in provincia di Arezzo.

I due compagni di cordata erano arrivati alle pendici del versante teramano della montagna abruzzese di buon mattino per una scalata che si sarebbe dovuta concludere in giornata, poi il rientro dalle rispettive famiglie previsto per cena. Invece, a casa non sono mai tornati. Inutili i tentativi di raggiungere Luca al telefono.

La compagna Alessia Sarghini, dipendente Ita, lo ha chiamato invano ripetutamente dalla loro casa a pochi passi da via Boccea. «Mi telefonava sempre lui quando arrivava in quota o risaliva in auto, invece nulla, nessuna risposta», ha ripetuto ai soccorritori. Gli esperti del Soccorso alpino e speleologico hanno cercato i due amici sabato fino alle 23, poi il maltempo ha reso molto difficili le operazioni di recupero, impedendo all’elicottero di alzarsi in volo. I due corpi sono stati recuperati solo nel pomeriggio di ieri nel canalone dei pilastri di Pizzo Intermesoli: un volo di 200 metri che non ha lasciato loro scampo. 

 


LE IPOTESI
Ma che cosa può essere successo? Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, come si legge in un comunicato, «le mutate condizioni climatiche di sabato che potrebbero averli fatti precipitare». Circostanza tutta da verificare. Secondo i familiari, «Luca e Marco erano estremamente prudenti. Avevano consultato il meteo e la perturbazione era prevista solo in serata, difficile che si siano lasciati sorprendere». Non solo, il gestore del rifugio sul Corno del Gran Sasso conferma che «il tempo è stato buono per tutto il giorno, nessuna raffica di vento».

Luca Iani, originario di La Spezia e già con un passato di ricercatore alle Università di Firenze e Chieti, conviveva con Alessia da dieci anni. I genitori e il fratello della donna ieri non l’hanno lasciata sola per un attimo. «Sembrerebbe che il percorso effettuato da Luca e Marco fosse stato riaperto dopo un periodo di chiusura - spiega il fratello Fabrizio - non vorremmo che si fosse staccata una roccia. Purtroppo, però, ogni scalata pur con tutte le cautele ha fattori insidiosi. Basta un chiodo messo male».

Lo sapeva bene anche Paccosi, che lascia due figli adolescenti. «In montagna, come nella vita, una volta in gioco non possiamo tornare indietro», lo aveva scritto su Facebook, ad agosto, mostrando le foto dell’arrampicata sulla via Messner al Sass de Putia. Tante le immagini postate sorridente con Luca, anche lì, sempre sul Gran Sasso dove tutti li conoscevano. Tra i primi soccorritori ad attivarsi anche un caro amico che ha sfidato le intemperie pur di recuperarli e ora disperato. Iani era più riservato. Niente profili social. Le tracce lasciate sul web e nella vita erano altre e legate alla professione. Si era perfezionato in psicologia della salute e attualmente insegnava Psicologia della salute e psicosomatica all’Università Europea dove oggi alle 10,30 si terrà un momento di raccoglimento.

«È stato un esempio di dedizione nel suo lavoro e di positività per la vita - il ricordo delle professoresse Anna Contardi e Claudia Navarini - era convinto che in ogni situazione fosse possibile una crescita interiore. Siamo sicure che anche ora ci stia esortando a continuare in questo cammino». Sull’incidente la Procura di Teramo ha aperto una inchiesta. A fine giugno durante un’escursione sul piccolo Corno perse la vita un altro romano, il giovane fotografo Gianluca Gasbarri


Alessia Marani e Teodora Poeta
 

Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA