(Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev) Lussemburgo, 14 marzo 2017 Non costituisce una discriminazione diretta la norma interna di un’impresa che vieta di indossare in modo visibile qualsiasi segno politico, filosofico o religioso, compreso il velo islamico. Tuttavia, in mancanza di siffatta norma, la volontà di un datore di lavoro di tener conto del desiderio del cliente che i suoi servizi non siano più prestati da una dipendente che indossa un velo islamico non può essere considerata un requisito per lo svolgimento dell’attività lavorativa tale da escludere l’esistenza di una discriminazione. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea in una sentenza su due cause presentate in Belgio e Francia (Achbita-Centrum voor Gelijkheid van kansen en voor racismebestrijding e Bougnaoui-Association de défense des droits de l’homme). / Ebs
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