L'anarchico ai giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano
Roma, 24 mar. (askanews) - Alfredo Cospito "sarebbe disposto a recedere dallo sciopero dalle fame se il tribunale di sorveglianza liberasse altri detenuti dal 41 bis, ossia persona anziane e malate che vogliono tornare a riabbracciare la propria moglie dopo 30 anni di 41 bis".
L'anarchico, sempre stando a quando riferito dal suo legale, ha inoltre assicurato che interromperebbe lo sciopero della fame nel caso in cui gli venissero concessi i domiciliari.
Cospito, ha puntualizzato ancora il legale, "è tanto stanco e provato" e la sua "è una battaglia per la vita". Perciò "andando a casa interromperebbe lo sciopero della fame perché a suo giudizio potrebbe ricominciare quelle attività che lo hanno condotto a dire che questa non era vita: quindi potrebbe leggere, studiare, ricominciare a ragionare, scrivere, partecipare a progetti editoriali". Perché "come ha spiegato anche al tribunale di sorveglianza di Sassari, essere in salute - ha sottolineato il legale - non vuol dire mangiare, non sono un somaro per cui se mangio tanta erba vuol dire che sto bene, l'essere umano deve poter crescere intellettualmente e lo fa solo attraverso lo studio e la lettura. Altrimenti non è vita".
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