Dall'agricoltura al commercio
boom di voucher, oltre 2 milioni

Giovedì 7 Luglio 2016 di Roberto Cervellin
Tra i lavoratori stagionali pagati con i voucher ci sono gli stranieri

VICENZA - Oltre 2 milioni e mezzo, cioè il 17% di quelli usati nel Veneto. Record di voucher nel Vicentino. Dal 2012 ad oggi sono aumentati 7 volte.
Giardinaggio, pulizia, lavori domestici e commercio i settori più interessati.
La Cisl provinciale la definisce un'anomalia. La vendita delle tessere introdotte 8 anni fa per la retribuzione del lavoro occasionale sta subendo infatti un incremento senza precedenti. A lanciare l'allarme è Raffaele Consiglio, segretario generale della Cisl di Vicenza: «Il problema è l'abuso, non l'uso: occorre stringere le maglie, potenziare i controlli e fare fronte comune con parti sociali e istituzioni».
Per i sindacati i voucher stanno diventando strumenti che favoriscono il lavoro sottopagato e precario. Nel Vicentino il suo uso è cresciuto molto più che in tutta la regione. Dai 350 mila del 2012 si è passati ai quasi 2 milioni e 600 mila del 2015. Spiccano come detto i settori del commercio (350 mila), turismo (230 mila) e servizi (189 mila ). In cima alla classifica anche giardinaggio e pulizia (18%) e lavori domestici (17%).
La differenza con il Veneto, dove i voucher sono aumentati 5 volte in 4 anni, è evidente anche dal numero dei lavoratori retribuiti con i buoni lavoro. In regione è salito 3 volte e mezza, in provincia 6 volte.
Al di sotto della media regionale - per la minor incidenza dei settori tipici di questo sistema di retribuzione, ovvero agricoltura e turismo - il rapporto tra dipendenti e lavoratori a voucher: 1 voucherista ogni 12 dipendenti a Vicenza, 1 ogni 9 nel resto del Veneto.
La Cisl del Veneto ha avviato la campagna #StopVoucher con il numero verde 800 995 035 per segnalare situazioni irregolari di abuso dei voucher. «Questi ultimi si sono tramutati nell'esatto opposto della funzione originale: da strumento per far emergere il lavoro nero a mezzo per diffonderlo - sottolinea Onofrio Rota, segretario generale di Cisl Veneto - Non ne chiediamo l'abolizione, ma la regolamentazione».

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