Ultimatum di Bce e Governo, spazi
stretti per chi non vuole la spa
M5S: «Fuori le liste della B2»

Giovedì 3 Marzo 2016
Ultimatum di Bce e Governo, spazi stretti per chi non vuole la spa M5S: «Fuori le liste della B2»

VICENZA - Si moltiplicano le prese di posizione verso l'assemblea della Popolare di Vicenza. Su tutto incide molto l'ultimatum di Francoforte al cda della banca: la lettera della Bce dice che senza l’approvazione della trasformazione in spa, l’aumento di capitale da 1,5 miliardi e la quotazione in Borsa la Popolare di Vicenza sarà commissariata e messa in liquidazione. La presidente del consiglio di sorveglianza della Banca centrale europea Daniele Nouy mette nero su bianco (e chiede di leggerlo in assemblea) l’avvertimento già lanciato prima dell’assemblea del 19 dicembre 2015 agli azionisti di Veneto Banca e sottolinea: «Popolare Vicenza è a un bivio». Che rischia di finire su un binario morto se nell’assemblea del 5 marzo a Gambellara non passa la trasformazione in spa della banca che ha chiuso il 2015 con 1,4 miliardi di perdite. Nella lettera del 24 febbraio indirizzata al presidente Stefano Dolcetta e ai consiglieri d’amministrazione, la vigilanza della Bce è netta. Uno dei passaggi chiesti dalla Bce - la quotazione in Borsa - è stato avviato col deposito presso Borsa Italiana della domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni sul Mercato telematico azionario. Le banche che agiranno da joint global coordinator e joint bookrunners sono Bnp Paribas, Jp Morgan Securities, Deutsche Bank, Mediobanca e UniCredit.

Il Governo è d'accordo sulla linea Bce. «La realizzazione delle misure all'ordine del giorno dell'assemblea della Banca Popolare di Vicenza è necessaria al fine di rispondere alle richieste della Banca centrale europea» ha detto il vice ministro dell'Economia, Enrico Morando, rispondendo in commissione Finanze della Camera a un'interrogazione presentata da M5S, aggiungendo: «Eventuali ritardi non consentirebbero di ottemperare a quanto dalla Bce formalmente richiesto».

Anche la First Cisl scende in campo e chiama i dipendenti a partecipare e votare per la spa (in una Popolare spesso i dipendenti sono soci): «L'assemblea è un passaggio fondamentale per dare un futuro di continuità alla banca. Le difficoltà nelle quali la banca versa, imputabili esclusivamente a una sconsiderata passata gestione, devono essere motivo di impegno da parte di tutti i soci, a partire dai dipendenti, per fare fronte comune e partecipare all'assemblea consentendo, con l'approvazione della trasformazione in spa, la continuazione autonoma della vita aziendale. Occorre scongiurare la possibilità di un commissariamento e lavorare da subito per costruire una spa partecipativa».

Intanto il gruppo regionale veneto dei Cinque Stelle, per voce del suo capogruppo Jacopo Berti, chiede la «lista della B2, ovvero il libro soci dell'istituto di Vicenza, per avere i nomi della "banca deviata" dentro BpVi, vogliamo i nomi di chi operava illegalmente per truffare gli azionisti». «Otterremo il libro soci - commenta Berti - è un diritto degli azionisti e non ci fermiamo». «Dopo le truffe dei vertici della BpVi, ora gli azionisti devono subire le minacce della Bce. Con il bail-in rischiamo di essere ancora noi a pagare, se non si fa come dice la Bce. Una condanna a morte per i correntisti. Sono i dirigenti a dover pagare, non i piccoli risparmiatori. Se la banca non rispetta i requisiti patrimoniali, come abbiamo scoperto e denunciato per primi nel blog di Grillo, che senso ha questo accanimento terapeutico?». Per Berti «pIù soldi vengono versati, più ne vengono bruciati. Qualsiasi istituto in questo stato morente eviterebbe la trasformazione in spa. Ma BpVi corre verso il burrone». Berti quindi attacca gli organi di vigilanza: «La Bce si sveglia solo ora? Che utilità ha oltre a quella di servizio postale?. Per non parlare della ancora più grave immobilità di Bankitalia, la corresponsabile di tutto questo capitolo».

Per il Movimento Difesa del Cittadino, dice l'avvocato Sergio Calvetti, ciò che interessa maggiormente gli azionisti «defraudati dei propri denari, è la contestazione di falso in bilancio anch'essa prospettata nell'esposto presentato alla Procura». «Se, da un lato vi è giusto motivo di soddisfazione verso l'attenzione posta dalla magistratura al nostro esposto» affermano l'avv. Calvetti ed il responsabile dell'associazione, Matteo Moschini, «riteniamo, dall'altro lato, vadano stigmatizzate le parole rese dal presidente dell'Associazione azionisti associati Bpv, l'avvocato Arman, laddove parla di auspicabili boicottaggi dell'assemblea del 5 marzo. È auspicabile, infatti, che l'assemblea deliberi favorevolmente il passaggio in spa ed apra le porte all'aumento di capitale da parte del consorzio delle banche, consentendo in tal modo la prosecuzione e la vita stessa della banca».

Ultimo aggiornamento: 20:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA