Tav, la stazione centrale rimane
Scintille tra Variati e i comitati

Venerdì 1 Aprile 2016 di Roberto Cervellin
I comitati anti-Tav sono decisi a dare battaglia

VICENZA - «Abbiamo sempre detto che si trattava di un progetto assurdo e inutile, e i costi erano eccessivi. Avevamo ragione. L'amministrazione è stata costretta a compiere una clamorosa marcia indietro grazie al nostro lavoro». A poche ore dall'ufficilizzazione delle analisi comparative di Rete ferroviaria italiana (Rfi), i comitati cittadini ribadiscono il «no» al passaggio dell'Alta velocità-Alta capacità (Tav-Tac) a Vicenza.

E annunciano la loro presenza al consiglio comunale del 4 aprile. Lunedì 4 aprile, alle 17, i tecnici di di Rfi illustreranno le proposte sul tavolo in quella che sarà una seduta ad alta tensione. Intanto il 31 marzo si sono ritrovati al bocciodromo per una prima analisi delle 4 opzioni vagliate dalla ferrovie, come aveva chiesto il sindaco Achille Variati. L'unica cosa che sembra certa è che la stazione principale in Fiera, contrariamente alle previsioni, non sembra più una priorità, in quanto «non in linea con le politiche commerciali» di Rfi. Per non parlare dei costi: il progetto, con l'eliminazione della stazione storica di viale Roma e la realizzazione di una nuova a Borgo Berga (tribunale) per i collegamenti regionali costerebbe 1,7 miliardi.
 


Un miliardo in più rispetto alla soluzione che pare ora in pole position, ovvero quella in cui viene confermata l'attuale stazione, con la possibilità di fermata in Fiera sia per la mobilità regionale che per l'alta velocità (800 mila euro). La prima ipotesi è perdente anche sul fronte della durata del cantiere: 7 anni e mezzo contro i 5 e mezzo dello scenario che mantiene il terminal in viale Roma.

Le altre differenze riguardano la sicurezza idrogelogica: il tunnel a doppia canna viaria e idraulica dell'ipotesi Fiera verrebbe sostituito da un canale scolmatore di 4,4 chilometri che dalla Gogna scaricherebbe l'acqua nel Bacchiglione. Nell'altro caso Rfi prevede il rialzo arginale di Dioma e Retrone e una cassa di laminazione sempre in zona Gogna. La stazione in Fiera risulta vincente nel confronto sui flussi di traffico: nell'orario di punta (7.30-8.30) si impiegherebbero 6 minuti e mezzo per raggiungere il casello di Vicenza ovest contro gli 11 e mezzo che separano quest'ultimo da viale Roma.

Questo è quanto dicono le carte. Lunedì inizierà un dibattito che, come ha promesso Variati, coinvolgerà i cittadini, anche se palazzo Trissino preferisce non prendere posizione. «A Vicenza non ci saranno decisioni calate dall'alto come è capitato altrove. Né amministrazione comunale, né categorie economiche né Regione vogliono l'esclusione non solo della città, ma di tutta la Provincia dalla rete dei collegamenti nazionali e internazionali su ferro. Prima di scegliere era indispensabile avere in mano gli elementi per comparare gli scenari. Ora la città potrà analizzarli e decidere». Ma i comitati promettono battaglia: «La stazione Tav in Fiera non si farà mentre quella di Viale Roma rimarrà dov'è - sentenziano -. Il merito è dei cittadini e dei comitati. Ma non finisce qui. Non ci servono i treni superveloci che sfrecciano a velocità elevate, ma un trasporto pubblico sostenibile. La mobilitazione continuerà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA