Sette infortuni sul lavoro al giorno:
gli stranieri sono i più a rischio

Venerdì 5 Agosto 2016 di Roberto Cervellin
L'ospedale San Bortolo di Vicenza

VICENZA - Stranieri, metalmeccanici, spesso vittime dell'imprudenza o della scarsa conoscenza delle normative sulla prevenzione. E' l'identikit dei lavoratori maggiormente coinvolti negli infortuni nell'area dell'Ulss 6, che raggruppa 39 comuni tra cui Vicenza per un totale di 322 mila abitanti. L'escalation di incidenti mortali che hanno avuto per vittime in particolare gli agricoltori alla guida di trattori ribaltati, ha riacceso i riflettori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

A scattare la fotografia è lo Spisal, nel 2015, ha rilevato una diminuzione dei casi. Rispetto all'anno precedente, gli infortuni sono calati del 6%. Nel dettaglio sono passati da 2.744 a 2.577. Di fatto sono 7 al giorno. La tendenza ha trovato conferma nel primo semestre di quest'anno. Se il trend sarà rispettato, nel 2016 si registrerà un'ulteriore riduzione del 5% e un numero di incidenti inferiore ai 2.500, valore dimezzato rispetto al 2007, quando gli infortuni furono oltre 4.800.

Merito, spiega Celestino Piz direttore dello Spisal, della prevenzione, dell'informazione e dell'assistenza: «Il contatto tra operatori e aziende permette di ottenere condizioni di lavoro più sicure in circa il 50% degli espisodi. Se i numeri evidenziano una tendenza favorevole, dobbiamo rilevare un incremento degli infortuni più gravi, ovvero con prognosi pari o superiore ai 20 giorni. Nel 2014 erano stati 274, mentre lo scorso anno sono risultati 311, ovvero il 12,1% del totale contro il 10% di 12 mesi fa».
 

 

In questo caso i lavoratori più a rischio, come detto, sono gli stranieri, sia per le difficoltà linguistiche sia perché presenti in numero maggiore in attività più pericolose. Su 46 incidenti nel comparto metalmeccanico, 15 hanno per protagonisti immigrati. Nel trasporto il rapporto è di 10 stranieri su 23 incidenti, nell'edizilia 10 su 38 infortuni, nell'agricoltura 19 su 35. Sempre nel 2015, il 39% degli infortuni gravi ha coinvolto lavoratori del manifatturiero (121 casi su 311 totali), seguito dalle costruzioni con il 12% (38 casi), dall'agricoltura con l'11% (35 infortuni), dal trasporto e magazzinaggio con l'8% (23 casi) e dal commercio con il 7%.

Quanto ai fattori di rischio, il 27% si è infortunato seguendo una procedura errata, un altro 27% operava con condizioni sfavorevoli dell'ambiente di lavoro, il 17% non usava protezioni o dispositivi di sicurezza. Determinante è l'imprudenza. «L'obiettivo primario dello Spisal - sottolinea il direttore generale dell'Ulss 6 Giovanni Pavesi - non è quello di elevare sanzioni alle aziende, ma di lavorare insieme a loro per la prevenzione».

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