Scattati i corsi “prematrimoniali”
per i gay che intendono sposarsi

Mercoledì 28 Settembre 2016 di Roberto Cervellin
Rosanna Filippin e Igor Brunello hanno aperto i corsi "prematrimoniali"
13

VICENZA - Pronti, via. All'indomani del primo “sì” davanti al sindaco Achille Variati - protagonisti a palazzo Trissino l'ex presidente dell'associazione industriali della provincia Giuseppe Zigliotto e il suo compagno - a Vicenza sono scattati i corsi “prematrimoniali”. Il 26 settembre il polo giovani B55 di contra' Barche ha ospitato il primo dei 3 appuntamenti promossi dall'Arcigay destinato alle coppie che intendono unirsi civilmente. Tra i relatori c'erano la senatrice bassanese Rosanna Filippin e l'avvocato Igor Brunello. «L'obiettivo era quello di inquadrare la disciplina giuridica che interessa la vita delle coppie formate da persone dello stesso sesso», racconta il presidente dell'Arcigay Mattia Stella.
 

 

Nel corso della serata, infatti, sono stati affrontati i contenuti della legge Cirinnà chiarendone gli aspetti pratici, dalla coabitazione all'assistenza economica. I prossimi incontri si terranno il 10 e 20 ottobre. Tra i temi, la qualità della vita di coppia, la prevenzione della violenza domestica e l'omogenitorialità. «Quello delle unioni civili è un istituto destinato a creare un mutamento sociale inevitabile. Molte sembrano le coppie interessate ad unirsi. In assenza di modelli sociali definiti, riteniamo sia importante accompagnare le persone in un percorso che andrà a segnare le loro vite. E' il primo corso in Italia dall'approvazione della legge ed è rivolto anche alle coppie che già si sono già sposate all'estero», spiega ancora Stella.

Quest'ultimo ha preso posizione contro la mozione Berlato sulla cosiddetta teoria gender. «Un anno fa la Regione approvò con larga maggioranza la cosiddetta mozione “anti-gender”, dando adito a una campagna di disinformazione su larga scala - conclude - Chi per mesi ha terrorizzato le famiglie venete dovrebbe scusarsi: l'ideologia gender non esiste, così come non non vi è alcun progetto d'indottrinamento dei più piccoli volto a scardinare i valori della famiglia e a banalizzare qualunque comportamento sessuale. Chiediamo al consiglio regionale di rimuovere la mozione». Nel frattempo il comune di Vicenza ha deciso di finanziare fino a giugno 2017 lo sportello Lgbt gestito dall'associazione “Donna chiama donna”.

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA