Spv, i 5stelle all'attacco: «Zaia dica
se i cittadini rischiano 20 miliardi»

Giovedì 28 Luglio 2016
Il senatore Enrico Cappelletti del M5S

VICENZA - Se gli industriali si muovono per ribadire la necessità di realizzare la Pedemontana, i parlamenteri cinquestelle mettono i puntini sulle "i" ribadendo i loro dubbi. «Vorremmo sapere se corrisponde al vero il fatto che le convenzioni economiche e finanziarie condivise, tra gli altri, dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, rappresentino una sostanziale trappola finanziaria da 20 miliardi di euro. Vorremmo sapere, in altre parole, se corrisponde al vero che i cittadini potrebbero trovarsi a dover pagare, in virtù di scellerati accordi siglati a favore del concessionario, una cifra pari a 10 volte il costo della superstrada stessa».

Lo affermano i senatori Cappelletti e Girotto del  M5S che sull'argomento hanno presentato un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Delrio. «Si vuole sapere inoltre - continuano i senatori pentastellati - se questi oneri finanziari potrebbero portare all'insolvenza della stessa Regione Veneto e se sia questo il motivo delle indebite pressioni avvenute in questi giorni su Cassa Depositi e Prestiti, perché faccia propria una parte di rischio, con buona pace dei risparmiatori delle Poste. Si vorrebbe sapere infine se questo rischio rappresenti la vera ragione per cui sono stati segretati per anni i documenti da parte del commissario straordinario Vernizzi e da parte dello stesso Zaia».

«Con riferimento alla nota diffusa da un gruppetto di imprenditori che rivendica la necessità di ultimare la Pedemontana “a qualsiasi costo”- proseguono i senatori -  da rappresentanti delle istituzioni che devono tutelare e difendere gli interessi dei cittadini, crediamo che ultimare l'opera “a qualsiasi costo” potrebbe pure andare bene, se tuttavia la pagassero gli imprenditori stessi. Ma non se il conto dovranno pagarlo tutti i cittadini. Perché sarebbe come giustificare qualsiasi cosa, a partire dagli sprechi e dalle tangenti miliardarie pagate per il Mose. La necessità dell'opera é una cosa. Il trasformarla in una mangiatoia destinata al fallimento e quindi alla ricaduta dei relativi oneri sul pubblico é, evidentemente, un'altra cosa».

«Invitiamo questi imprenditori - concludono i due parlamentari M5S - ad andare a vedere il tracciato. Perché anche un osservatore sbadato non potrà non notare che per oltre un terzo questa superstrada corre lungo un'autostrada già esistente, e caratterizzata da traffico scarso (la Valdastico Sud). E' evidente che, quantomeno in quel tratto, invece che una autostrada con poche auto ne avremo due... ciascuna con la metà di un traffico già scarso. Alla faccia della presunta emergenza traffico».

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