No al "check point Charlie" al parco
per la pace: 11 comitati via dal Tavolo
«O ci ascoltano o rioccupiamo l'area»

Giovedì 2 Giugno 2016
No al "check point Charlie" al parco per la pace: 11 comitati via dal Tavolo «O ci ascoltano o rioccupiamo l'area»

VICENZA - (Rc) «Non mettete a disposizione un'entrata diretta ed esclusiva al parco per i quattromila soldati americani o rioccupiamo l'area». Undici comitati e associazioni puntano i piedi: ciò che è previsto dai progettisti per il parco della pace all'ex Dal Molin non era nei piani, e inoltre per la progettazione non sono stati sentiti i movimenti e le associazioni del No Dal Molin come era nelle linee guida. L'entrata diretta per i quattromila soldati americani, denominata poi "Check Point Charlie", non piace ai comitati che intanto si chiamano fuori dal Tavolo della Partecipazione instaurato nel 2013 dal sindaco Variati. Nel video i promotori dell'iniziativa spiegano bene la questione.
 


«Ci rivolgiamo all'amministrazione comunale per sollecitare una smentita pubblica di quanto emerso durante il convegno "Oltre Il Giardino", in particolare per quanto riguarda l'entrata/uscita base parco denominata Checkpoint Charlie. Vogliamo ricordare al gruppo di progettisti che il Parco della Pace, essendo il risultato di un importante percorso, iniziato 10 anni fa, che ha visto il coinvolgimento dell'intera città, non può essere considerato come una qualsiasi area priva di identità. E per quanto concerne il metodo, ci pare che esporre una idea progettuale in un convegno, senza aver prima attivato un un percorso partecipativo che riporti i cittadini, singoli o raggruppati in realtà associative, al centro della proposta progettuale non sia conforme al bando di assegnazione dell’incarico e assolutamente impropria come modalità operativa nel caso di Vicenza».

Da parte sua, il sindaco Achille Variati spiega che «l’amministrazione comunale ha sempre dimostrato la massima disponibilità al dialogo e al confronto sulla progettazione anche perché il Parco della Pace, una grande area verde al servizio non solo della città ma di un territorio più ampio, nasce da un lungo percorso di protesta rispetto alla costruzione della nuova base militare di cui molti componenti di quelle stesse associazioni sono stati protagonisti. Dispiace quindi che qualcuno voglia allontanarsi dal percorso partecipativo, che comunque continuerà con cittadini, gruppi e associazioni che si confronteranno con i progettisti che hanno vinto il bando europeo: la porta rimane aperta. Per quanto riguarda il cosiddetto “Checkpoint Charlie”, si tratta di un’idea non tradotta in alcun progetto, né valutata dal Comune né concordata».

Queste le undici realtà che si sono autosospese: Cristiani per la pace, Vicenza Libera No Dal Molin, Siamo Vicenza, Presidio No Dal Molin, Mettiamo radici al Dal Molin, Gruppo d'acquisto solidale No Dal Molin, Forum per la Pace Monticello Conte Otto, Associazione papa Giovanni XXIII° Vicenza, Pax Christi, Coordinamento stranieri, Coordinamento Protezionista Vicentino.

Intanto sabato 4 giugno si preannuncia un incontro di Donne No Dal Molin: "La guerra dei droni: uccidere col telecomando", incontro con l'attivista di Code Pink Toby Blomè, sabato 4 giugno alle 18 nello spazio B55
a Vicenza, Contrà Barche, 55 (di fronte al Teatro Astra). Un'occasione per conoscere da vicino cosa c'è dietro alla cosiddetta "guerra chirurgica", fatta da controllo remoto attraverso un telecomando. Toby Blomè, attivista di Code Pink, si trova di passaggio a Vicenza, dopo aver ritirato in Germania, con una delegazione di Code Pink, il premio Wilhelmina conferito dalla Città di Bayreuth alla loro organizzazione, per tolleranza e umanità. Da sempre pacifista ed antimilitarista, ha partecipato anche, sempre con Code Pink, ad un viaggio di conoscenza in Pakistan, dove ha incontrato le famiglie delle vittime civili degli attacchi aerei con i droni. 

 

Ultimo aggiornamento: 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA