Ipab, corteo delle lavoratrici di colore
contro "le assunzioni discriminatorie"

Mercoledì 25 Novembre 2015
Una manifestazione delle lavoratrici del San Camillo
VICENZA - "Devono essere riassunte". Non bastava il rischio di commissariamento. Sull'Ipab di Vicenza si abbatte una nuova tegola. A far discutere è il mancato riassorbimento di metà delle 64 lavoratrici della cooperativa Bramasole, il cui contratto da oltre 7 milioni di euro è stato rescisso dal consiglio di amministrazione di Lucio Turra per lo scandalo dei vermi scoperti l'estate scorsa sul letto di un paziente.



Il 24 novembre, alle 17, dall'istituto San Camillo di via Formenton le Unioni sindacali di base (Usb) promuoveranno un corteo che attraverserà il centro e arriverà in comune. "Siamo di fronte al brutto epilogo di appalti al massimo ribasso nati male e finiti peggio - sbottano i responsabili sindacali -. A pagare saranno le lavoratrici, madri con famiglia e figli, impiegate al San Camillo da 10 anni".



Queste ultime prenderanno parte alla manifestazione per ribadire la loro contrarietà alle scelte dell'ente di contra' San Pietro. "Il personale è gettato allo sbaraglio", tuonano.



Sulla vicenda, Turra è chiaro: "Abbiamo assunto a tempo determinato 54 persone, di cui 31 da Bramasole. Un bando di gara di Ipark modificherà il contratto e lo trasformerà a tempo indeterminato. Non potevamo assumere tutto il personale della cooperativa. Sarebbe stato contraddittorio adottare lo stesso modello organizzativo". Ma le Usb non ci stanno: "Le scuse sono offensive e discriminatorie. Le signore hanno un diploma e hanno superato una selezione. Tuttavia, a parte una, le 13 dalla pelle nera sono state escluse".
Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA