Negozi a porte chiuse in funzione antismog: ma non tutti "obbediscono"

Mercoledì 14 Dicembre 2016 di Roberto Cervellin
Il sindaco Variati ha disposto la chiusura delle porte dei negozi. Ma l'ordinanza non pare abbia attecchito

VICENZA - «Chiudete le porte dei negozi e abbassate il riscaldamento». Per fare fronte all'emergenza smog - da nove giorni consecutivi le polveri fini sono a livelli record e un report di Euromobility le dà la maglia nera per il 2015 - la città mette nero su bianco una serie di provvedimenti per contenere dispersione termica ed emissioni di pm10. Ma i divieti del comune sollevano molte critiche. Duri i Cinque Stelle: «Sono provvedimenti inutili», attacca il consigliere comunale Daniele Ferrarin. Non le manda a dire nemmeno la Confcommercio: «Chiariamo una volta per tutte la questione: tantissimi punti vendita o pubblici esercizi che vediamo con le porte aperte in verità il riscaldamento nemmeno lo accendono d'inverno, perché il calore creato dall'illuminazione a faretti è spesso più che sufficiente per riscaldare gli ambienti», sottolinea Luca Stragapede, vicedirettore dell'associazione di via Faccio. In ogni caso, come testimoniano le nostre foto, la stituazione è a macchia di leopardo: al primo giorno dell'ordinanza in molti negozi le porte sono chiuse, in grandi strutture invece restano aperti...

Porte chiuse. Chi sì, chi no...

 

Dai divieti di tenere aperti gli ingressi degli esercizi all'invito a portare i termosifoni delle case a 19 gradi - 20 negli altri edifici, esclusi ospedali e case di riposo - il vedemecum di palazzo Trissino scatena dunque un vespaio di polemiche. «Interveniamo secondo quanto indicato dalla Regione e suggeriamo comportamenti virtuosi. Ma è davvero giunto il tempo di provvedimenti strutturali - commenta il sindaco Achille Variati -. Piccoli gesti all'apparenza insignificanti possono determinare cambiamenti importanti. Per questo invito i cittadini ad abbassare il riscaldamento di casa o del luogo di lavoro». Ma i commercianti incalzano: «Alcuni negozi non hanno nemmeno la caldaia, ma solo pompe di calore - precisa ancora Stragapede -. Le barriere d'aria funzionanti nella maggior parte delle attività, che permettono di tenere le porte aperte, abbattono la dispersione di calore e alla fine sono soluzioni ben più efficienti, dal punto di vista del risparmio energetico e del minore inquinamento, che la chiusura della porta. E' con i clienti che continuano a entrare e uscire dai negozi, chiudendo ed aprendo le porte, che si ha il massimo spreco di calore». Ma il negoziante Santagiuliana, titolare di una boutique in centro, che videointervistiamo ha opinioni diverse e sostiene che l'ordinanza sindacale è logica e giusta. Non sono certo i piccoli e medi negozi che hanno quel tipo di problema, aggiunge.
 

Infine ecco le raccomandazioni: spegnere le auto ai semafori, evitare accelerate brusche, verificare gli scarichi delle auto, concentrare le attività all'aria aperta alle prime ore del pomeriggio e lontano dalle strade, aerare le abitazioni in tarda mattinata, limitare l'utilizzo di stufe e caminetti alimentati a legna, cippato e pellet. «E' forte il sospetto che i pseudo provvedimenti siano frutto di azioni di autotutela da eventuali azioni di salvaguardia di cittadini e istituzioni competenti in materia di salute pubblica - taglia corto Ferrarin -.
Per l'amministrazione la salute dei cittadini non è mai stata in primo piano".

Ultimo aggiornamento: 14:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA