VICENZA/UDINE - Ci sono società con sede anche nelle province di Udine e Vicenza tra quelle coinvolte nella mega-operazione della Guardia di Finanza di Ravenna che ha eseguito il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per un valore di circa 800 mila euro a carico di una società del Ravennate del settore della manutenzione e riparazione di apparecchiature elettriche nell'ambito di un'inchiesta su false fatture. Il sequestro è scattato sulla base di specifica ordinanza emessa dal Gip ravennate su richiesta della locale Procura.
Il legale rappresentante dell'impresa, è stato denunciato a piede libero per uso di fatture relative a operazioni inesistenti e, in concorso con il fratello, anche per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Secondo le verifiche delle Fiamme Gialle, tra il 2012 e il 2015 la società in questione aveva usato fatture relative a operazioni ifittizie emesse da società delle province di Milano, Udine e Vicenza rivelatesi vere e proprie cartiere, cioè scatole vuote come tali prive di reale consistenza economica.
In questo modo, secondo l'accusa, l'impresa era riuscita a ottenere un illecito risparmio fiscale pari a circa mezzo milione di euro. Inoltre, subito dopo l'avvio delle attività ispettive, l'amministratore della società aveva costituito una nuova compagine societaria, poi intestata al fratello, a beneficio della quale aveva trasferito due immobili fino a quel momento di proprietà della società sottoposta a controllo. In questo modo i due immobili erano stati temporaneamente sottratti alle azioni creditorie del Fisco e proprio nella fase in cui gli accertamenti della guardia di Finanza iniziavano a fare luce sulle presunte frodi fiscali.
In esecuzione al decreto del Gip, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro le disponibilità finanziarie della società che avrebbe beneficiato delle false fatture e del suo amministratore, un appartamento di proprietà di quest'ultimo oltre agli immobili che l'uomo avrebbe fraudolentemente cercato di sottrarre al fisco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il legale rappresentante dell'impresa, è stato denunciato a piede libero per uso di fatture relative a operazioni inesistenti e, in concorso con il fratello, anche per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Secondo le verifiche delle Fiamme Gialle, tra il 2012 e il 2015 la società in questione aveva usato fatture relative a operazioni ifittizie emesse da società delle province di Milano, Udine e Vicenza rivelatesi vere e proprie cartiere, cioè scatole vuote come tali prive di reale consistenza economica.
In questo modo, secondo l'accusa, l'impresa era riuscita a ottenere un illecito risparmio fiscale pari a circa mezzo milione di euro. Inoltre, subito dopo l'avvio delle attività ispettive, l'amministratore della società aveva costituito una nuova compagine societaria, poi intestata al fratello, a beneficio della quale aveva trasferito due immobili fino a quel momento di proprietà della società sottoposta a controllo. In questo modo i due immobili erano stati temporaneamente sottratti alle azioni creditorie del Fisco e proprio nella fase in cui gli accertamenti della guardia di Finanza iniziavano a fare luce sulle presunte frodi fiscali.
In esecuzione al decreto del Gip, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro le disponibilità finanziarie della società che avrebbe beneficiato delle false fatture e del suo amministratore, un appartamento di proprietà di quest'ultimo oltre agli immobili che l'uomo avrebbe fraudolentemente cercato di sottrarre al fisco.