Italia Nostra contesta le soluzioni prospettate per il completamento della Ciclopista del Brenta

Domenica 7 Agosto 2016 di Roberto Lazzarato
Valbrenta. Ciclopista del Brenta
VALBRENTA - Non si placano le polemiche sul completamento della Ciclopista del Brenta, in particolare sulle modalità di realizzazione del tratto in comune di Pove del Grappa. In merito interviene la sezione di Bassano del Grappa di Italia Nostra, ricordando la nascita della ciclopista. «Era il 1996 e un gruppo di amici, quattro per la precisione, che nel corso del tempo sono diventati oltre 15.000, ha 'inventato' la Ciclopista del Brenta: 33 km da Bassano del Grappa a Tezze Valsugana diventati meta di migliaia di turisti e appassionati delle due ruote!» Premettendo che ci sono voluti più di 300 incontri «per convincere gli amministratori rivieraschi sulla bontà del progetto e sull'indotto economico che ne sarebbe scaturito!» e gli scopi della sua realizzazione «valorizzare le bellezze storico-ambientali della Valle del Brenta e della Pianura Veneta, e contemporaneamente richiamare l’attenzione delle Istituzioni sulla necessità di piste ciclabili, in questo caso anche con un’ottica internazionale, potendo collegare Monaco di Baviera con Venezia», Italia Nostra disapprova l’attuale soluzione prospettata in particolare sul tracciato del comune di Pove del Grappa, «sovrapposto al primo sedime della antica strada imperiale postale del '700, che da Porta delle Grazie di Bassano si inoltrava nel Canal di Brenta. E' importante preservare questa antica testimonianza che oggi è percorsa 'a piedi' da migliaia di appassionati e famiglie, ed è frequentata in tutte le stagioni da scolaresche che ne fanno un momento didattico di conoscenza e apprendimento. Perciò, risulta incompatibile la soluzione prevista nel progetto e cioè percorso pedonale in ghiaia (m 1,5) con l'asfalto della ciclabile (m 3), per poter mantenere tali condizioni e aspettative. Sarebbe molto meglio fare un po' di manutenzione al percorso esistente della strada imperiale e collocare la ciclabile, senza così nessuna interferenza, a lato appena sopra il muro di contenimento.»
Si parla infatti in questi giorni di un «progetto esecutivo per il tratto di ciclopista lungo il Brenta, in comune di Solagna, a sud, che prevede una asfaltatura del sedime esistente stravolgendone completamente l’attuale conformazione naturalistica. Si è costituito in loco un comitato di cittadini e di associazioni critici per questa 'scelta tecnica', che ha lanciato appelli sino ad oggi inascoltati
L'associazione Italia Nostra, che da oltre venti anni si propone e si batte per una mobilità ciclabile e sostenibile, «è molto preoccupata delle soluzioni che si stanno adottando lungo la ciclabile del Brenta, ritenendole assai lontane dalla lungimiranza di tanti paesi europei all'avanguardia nell'inserimento di piste ciclabili e percorsi naturalistici nel corretto contesto paesaggistico. E' importante che amministratori e progettisti tengano sempre presente le fisicità dei luoghi, le testimonianze storiche e ambientali, gli usi antichi e odierni dei tracciati, ma soprattutto che in un vero e incondizionato spirito di trasparenza e partecipazione le Associazioni portatrici di interessi, i comitati locali ed i singoli cittadini vengano effettivamente coinvolti, e non solo informati, nella stantia ripetizione di false forme di democrazia condivisa.»
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