Pasto per la mensa scolastica a soli 0,99 euro: il Tar annulla l'appalto a Serenissima

Martedì 29 Ottobre 2019 di Angela Pederiva
Pasto per la mensa scolastica a soli 0,99 euro: il Tar annulla l'appalto a Serenissima
16
Oggi, martedì 29 ottobre, agli alunni delle scuole primarie di Vicenza viene servito questo menù: carote julienne, formaggio con polenta, budino alla vaniglia. Può un pasto di questo tipo costare meno di un euro? No, secondo il Tar Veneto, che ha annullato il contratto tra il Comune e la vicentina Serenissima Ristorazione (capogruppo della cordata formata anche da Euroristorazione e Camst), disponendo che nel servizio mense per il periodo 2018-2022 subentri la reggiana Cirfood insieme a Chef Express
Già lo scorso 24 gennaio il Tribunale amministrativo regionale aveva annullato l'aggiudicazione della gara, indetta dal municipio ed effettuata per mezzo della stazione unica appaltante istituita in Provincia, in quanto l’offerta non era risultata congrua. Di conseguenza l’istituzione aveva chiesto delucidazioni a Serenissima, con  riferimento alla fornitura aggiuntiva del 5% di pasti completi e del 10% in più di pasta o riso bianco, condito con olio extravergine di oliva, per ogni refettorio servito. I chiarimenti dell’azienda erano bastati al committente e l’11 settembre l’affidamento era stato formalizzato. La cooperativa Cirfood aveva però presentato un nuovo ricorso, sostenendo in particolare il fatto che la media di 99 centesimi per la materia alimentare di ogni pasto rappresentasse «un costo molto basso, sicuro indice di incongruità dell’offerta presentata».
LE PROVE
Questa tesi è stata accolta dai giudici, secondo i quali «Serenissima ha reso giustificazioni contraddittorie e comunque generiche e prive di riscontri oggettivi», in particolare non fornendo «prove oggettive di alcun tipo circa la sostenibilità e l’attendibilità del costo per le materie prime necessarie per la preparazione dei pasti che, peraltro, nell’ambito di una gara per l’affidamento del servizio di ristorazione scolastica rappresenta una voce di costo di primaria rilevanza». Nel dettaglio, l’impresa non ha allegato «i listini dei prezzi della materia alimentare», né «gli accordi commerciali particolarmente vantaggiosi di cui eventualmente usufruisca», né «altri documenti che possano comunque dimostrare le ragioni per le quali Serenissima può godere di un costo speciale per le materie prime». E per i giudici «non può costituire giustificazione sufficiente il mero richiamo della posizione rivestita da Serenissima e dalle altre società che compongono il R.T.I (Raggruppamento temporaneo di imprese, ndr.). sul mercato della ristorazione». A sua volta, però, anche l’ente locale «si è limitato a recepire i costi indicati da Serenissima e non ha chiesto integrazioni documentali a comprova di quanto affermato».
IL CALCOLO
Per il Tar deve infatti ritenersi «oggettivamente inattendibile» il metodo utilizzato dalla ditta per calcolare il costo medio del pasto, pari a 0,99 euro: «Una cifra così bassa può certamente costituire di per sé ulteriore indice di insostenibilità dell’offerta, a fronte del quale occorre pertanto un accertamento particolarmente serio e rigoroso da parte della stazione appaltante sull’attendibilità delle giustificazioni rese dalla concorrente». I magistrati stigmatizzano il fatto che il conto sia stato fatto scegliendo «in modo arbitrario» uno dei 50 menù indicati nel capitolato speciale di appaltante, «privo degli alimenti più costosi quali carne o pesce». Per questo è stata accolta la richiesta di Cirfood di subentrare nella gestione della ristorazione («Si auspica che l’Amministrazione proceda immediatamente alla procedura», dichiara la coop), anche se è stata respinta la sua domanda di risarcimento dei danni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci