Operato al cuore, Paolo morì per un'infezione: «Ospedale colpevole»

Martedì 14 Maggio 2019 di Gianluca Amadori
Operato al cuore, Paolo morì per un'infezione: «Ospedale colpevole»
VENEZIA - Paolo Demo è morto a causa di un'infezione provocata dal batterio Mycobacterium chimaera, contratta durante un intervento chirurgico al cuore per la sostituzione della valvola aortica a cui si era sottoposto nel 2016. È questa la conclusione a cui è giunta la consulenza tecnica disposta dalla procura di Vicenza, nell'ambito dell'inchiesta che vede indagati per omicidio colposo due dirigenti sanitari della Ulss 8 Berica, il vicentino Ennio Cardone e la padovana, Simona Aurelia Ballometti, dallo scorso novembre diventata direttore sanitario di Azienda Zero, la struttura regionale che si occupa di servizi e acquisti centralizzati per tutte le Ulss del  Veneto. L'esito della perizia è stato depositato ai magistrati dal medico legale Antonello Cirnelli, il quale ha effettuato gli accertamenti assieme ai dottori Paolo Fabietti e Giorgia Bonalumi, in contraddittorio con gli esperti nominati dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Piero Longo, Anna Desiderio e Pierluigi Vinci. A questo punto spetterà ai magistrati che coordinano le indagini, il procuratore aggiunto Orietta Canova e il pm Angelo Parisi, il compito di decidere se vi siano estremi sufficienti per chiedere il rinvio a giudizio dei due dirigenti sanitari.

LA CONSULENZA
Dopo mesi di indagini e contraddittori con i consulenti della difesa la consulenza medico legale ha confermato la sussistenza di un rapporto causale tra l'infezione da Mycobacterium Chimaera contratta da Demo nel corso dell'intervento cardiochirurgico del 7 gennaio del 2016, praticato nel reparto di cardiochirurgia dell'Ospedale civile Vicenza ed il decesso del sessantaseienne, di professione anestesista, avvenuto il 2 novembre del 2018. I consulenti designati dagli indagati hanno cercato di sostenere che la causa della morte era riconducibile ad una sopraggiunta infezione da Candida, ma nel corso delle indagini è emerso che tale infezione da Candida non avrebbe avuto luogo se il Demo non avesse contratto precedentemente l'infezione da Mycobacterium Chimaera e se, sempre in conseguenza di tale infezione da Mycobacterium Chimaera, il Demo non avesse dovuto subire un nuovo è delicatissimo intervento cardiochirurgico il 19 dicembre del 2017, sempre presso la cardiochirurgia di Vicenza.
L'ESPOSTOA presentare un esposto, dopo la morte dell'anestesista, sono stati i suoi familiari, i quali hanno ipotizzato che l'infezione sarebbe da addebitarsi al macchinario per la circolazione extracorporea in uso nelle sale operatorie di cardiochirurgia di molti ospedali, tra cui quello di Vicenza. L'azienda produttrice della strumentazione si è difesa sostenendo di aver avvertito fin dal 2015 tutti gli ospedali del problema, consigliando l'adozione di una accurata sanificazione. Il sospetto dei familiari, anche sulla scorta di un memoriale lasciato da Demo, è che, pur sapendo del rischio connesso all'utilizzo del macchinario, non siano stati presi provvedimenti adeguati. Ipotesi al vaglio della Procura di Vicenza. Dopo la denuncia relativa alla morte del dottor Demo, sono emersi in tutta Italia numerosi altri casi che potrebbero essere riferibili allo stesso batterio. Quella di Vicenza è la prima inchiesta nella quale viene confermato il nesso di causa tra batterio e decesso del paziente.
Gianluca Amadori
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