MAROSTICA - (Cs) Continua lo scontro-telenovela del quartiere San Benedetto. Dopo l'ultima denuncia presentata dal portavoce dei "non allineati", Giuliano Stefani, che chiama il Comune a rispettare le convenzioni per le manutenzioni delle aree esterne, il clima è sempre molto teso su una diatriba che si trascina da circa 15 anni.
La sindaco Marica Dalla Valle ha scritto a Stefani in modo molto ultimativo. Dura la risposta dell'ex sindacalista. La Dalla Valle piega a Stefani che «il Comune non può rifondere le spese del contenzioso tra Ater e i residenti del quartiere, non essendo parte in causa... Il Comune, pur restandone proprietario, ha ceduto a Ater il diritto di superficie sulle aree Peep, perché l'allora Iacp vi realizzasse gli interventi di edilizia pubblica». Dopo aver chiarito che semmai i residenti devono battere cassa ad Ater, lo stesso ente che fa loro addebitare da anni le manutenzioni, Dalla Valle spezza una lancia però per l'ente sottolineando che «i mappali sono pertinenza del fabbricato abitativo e come tali sono stati assegnati o concessi ai privati che li fruiscono», sentenziando così che la competenza dei costi è giustamente addebitata alle famiglie. Ricorda poi che la convenzione del 1993 che prevedeva la manutenzione a cura del quartiere è scaduta e non vale più: «Senza entrare nel merito va osservato che la convenzione ha durata annuale e che per principio generale nessuna proroga tacita può essere riconosciuta in un rapporto con la pubblica amministrazione». L'articolo 5 della convenzione prevede il rinnovo tacito di anno in anno in mancanza di distetta scritta da una parte, ma «è clausola illegittima e non può essere tenuta in considerazione». Inoltre, argomenta la prima cittadina chiudendo qualsiasi spiraglio verso le famiglie del quartiere San Benedetto, «la convenzione è stata poi superata con la successiva che non ricomprende tra le aree oggetto degli interventi quella pertinenziale al fabbricato abitativo».
Un no su tutta la linea. La risposta di Giuliano Stefani è stata breve e pepata, accennando a un fatto che lui ritiene omertoso e a una posizione della sindaco più oltranzista perfino di quelle della stessa Ater. «Le sue argomentazioni, in merito al rispetto delle convenzioni del 1988 e del 19993, sono del tutto strumentali, prive di qualsiasi fondamento giuridico, nonché provocatorie - scrive Stefani alla Dalla Valle -. Vero è che l'avvocato dell'Ater, nelle udienze succedutesi non ha mai riportato le osservazioni che lei riporta nella lettera... Fa specie che lei, sindaco della città di Marostica, assuma una posizione omertosa, allo scopo di tutelare, suppongo, coloro che l'hanno preceduta e che hanno agito contro l'interesse di un intero quartiere».
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