Spv, rischio incompiuta: «Sbloccare
fondi» chiedono Confimi e sindaci
Beozzo: «Sacrifici e disagi ma farla»

Venerdì 29 Luglio 2016
Spv, rischio incompiuta: «Sbloccare fondi» chiedono Confimi e sindaci Beozzo: «Sacrifici e disagi ma farla»

BASSANO - Mentre si attendono i risultati del mega summit romano, la Spv rimane un po' sulle spine. L'aumento smisurato dei costi della Pedemontana Veneta ha gelato la politica, facendo emergere diverse criticità. Da Bassano, che è sempre stato lo snodo fondamentale, il centro dell'area relativa a questa superstrada pedaggiata, partono ulteriori richiami che si aggiungono a quelli delle ultime ore: dagli industriali che chiedono di chiudere sensa se e senza ma i lavori, a chi sottolinea invece gli sprechi e i pericoli che incombono sulla testa dei cittadini grazie a contratti, mai resi noti, che prevederebbero rimborsi di risorse pubbliche ai concessionari in caso di dati di traffico inferiori ai trend previsti.

«Il Governo provveda a sbloccare subito i finanziamenti pubblici previsti per completare i lavori della Pedemontana - dice William Beozzo (foto), presidente di Confimi Industria Veneto e dell'Apindustria locale - per scongiurare il rischio di trovarsi con le ferite lasciate nel territorio di una grande opera incompiuta. Anche se alcune preoccupazioni sembrano scongiurate (i timori di Zaia per un blocco degli stanziamenti, ndr) siamo convinti che ancora oggi la situazione debba essere monitorata, perchè non è possibile in alcun modo interrompere un'opera strategica come la Pedemontana, sabotando un asse viario importante per l'intero sistema Veneto e la futura metropoli del Nordest. Il territorio e gli imprenditori non accetteranno nuovi maltrattamenti dallo Stato centrale, dopo che da anni ci prendiamo carico dei disagi dei cantieri aperti e di pesanti modifiche alla viabilità, con danni al suolo, terreni espropriati e non ancora pagati, perdita dei raccolti e aziende pagate con ritardi che superano i 180 giorni. Tutti questi sacrifici devono portare un ritorno certo entro il 2018, con l'apertura di una grande infrastruttura, occasione di sviluppo per attirare nuovi investitori, creare nuove aziende e nuovi occupati».

Poi Beozzo ricorda il nodo della Valdastico Nord, che rimane grande incompiuta: «Vogliamo risposte concrete per attivare un sistema veneto di infrastutture che dovrà integrare anche il trasporto su ferrovia con il potenziamento della rete ferroviaria lungo la Valsugana e l'asse Bassano-Venezia, e il suo utilizzo per il trasporto merci su rotaia nelle ore notturne grazie alla realizzazione di interporti di scambio. Le imprese necessitano di tutto questo per trascinare l'economia fuori dalla crisi, e siamo certi che ogni investimento realizzato oggi per un territorio strategico come la fascia pedemontana possa avere un ritorno certo in un futuro prossimo».

Intanto anche i sindaci vicentini votano all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal presidente della Provincia Achille Variati: «L’assemblea dei sindaci di fronte a possibili difficoltà di avanzamento dei lavori della Pedemontana Veneta e delle opere di completamento, i cui cantieri sono tutt’ora aperti, invita all’unanimità dei presenti il presidente della Provincia ad assumere ogni atto utile nei confronti della Regione e del Governo affinché si superi lo stallo attuale e si arrivi al più presto al completamento dell’opera a servizio del territorio vicentino e veneto».

«Si risolvano i dubbi, ma non si pensi di lasciare l’opera incompiuta - dice Variati -. Sarebbe una ferita troppo grande. Il fatto che questo ordine del giorno sia stato votato da tutti, anche da quegli amministratori che inizialmente avevano espresso perplessità sull’opera, significa che le amministrazioni non vogliono trovarsi con un territorio devastato, ma con cantieri ultimati e interventi realizzati. I sindaci vicentini hanno dato un segnale di grande responsabilità amministrativa, con un segnale trasversale alle appartenenze partitiche e al territorio provinciale». La palla va a Venezia e a Roma. «Ll’importante – osserva il sindaco di Mason Vicentino Massimo Pavan – che come diciamo in Veneto el tacon no sia peso deo sbrego.

Variati porterà la questione anche all’incontro con la Cassa Depositi e Prestiti».

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