Banca Popolare di Vicenza: 9,14 milioni di euro di multe ai vertici

Mercoledì 3 Maggio 2017
Banca Popolare di Vicenza: 9,14 milioni di euro di multe ai vertici

VICENZA - Ammontano a 9,14 milioni di euro le multe comminate dalla Consob ai vertici aziendali della Banca Popolare di Vicenza. La cifra si riferisce alle violazioni commesse dai vertici, Cda, Collegio sindacale e dirigenti, in carica tra aprile 2011 e aprile 2015. Agli stessi è stata comminata anche la perdita temporanea dei requisiti di onorabilità e dell'incapacità di assumere incarichi in società quotate per un totale di 76 mesi.

Consob ha accertato che la banca ha violato le discipline in materia di regole di condotta degli intermediari nei confronti della clientela, di prospetto, di offerte al pubblico e informazione societaria. I comportamenti illeciti risultano essere frutto di scelte aziendali riconducibili, secondo i rispettivi ruoli di responsabilità, ai principali livelli decisionali e di controllo esterno alla banca. Informazioni al pubblico non corrette o incomplete in merito al valore delle azioni della Banca Popolare di Vicenza, nonché relativamente all'esito degli aumenti di capitale del 2013 e del 2014 e all'evoluzione della compagine sociale della banca. Si tratta del primo dei provvedimenti sanzionatori diretti all'istituto berico pubblicato dalla Consob sul suo sito internet. Per queste violazioni in materia di informativa (delibera 19930) la Consob ha applicato alla Bpvi sanzioni per complessivi 470 mila euro. Tra le contestazioni «l'omessa indicazione» nel comunicato del 25 marzo 2015 «dell'imminente ridimensionamento del prezzo delle azioni», che «ha privato il mercato di un rilevante warning sulla congruità dell'investimento».

L'8 aprile 2015 Bpvi tagliò da 62 a 48 euro il valore dei titoli, a distanza di meno di due settimane da un piano che prevedeva una «significativa crescita» dell'utile, con profitti per 201 milioni e 313 milioni. Per quanto riguarda i comunicati relativi al prezzo delle azioni, «l'omessa indicazione dei criteri valutativi utilizzati non ha consentito agli investitori di comprendere il processo di formazione del prezzo e, conseguentemente, di valutare la congruità del prezzo rispetto agli indicatori patrimoniali e reddituali della Banca». Mentre «gravemente fuorvianti» per come ne hanno enfatizzato il successo sono stati ritenuti da Consob i comunicati sull'esito degli aumenti del 2013 e 2014.

Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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