Dal Mozambico devastato il "missionario" rassicura i familiari

Mercoledì 20 Marzo 2019 di Roberto Lazzarato
Beira Mozambico Padre Claudio Dalla Zuanna
VALBRENTA. Sono giunte quanto mai opportune le rassicurazioni alla famiglia e ai numerosi conoscenti in apprensione in Valbrenta da parte dell’arcivescovo di Beira (Mozambico) Claudio Dalla Zuanna, dopo il catastrofico ciclone tropicale che ha causato morte e distruzione nello stato africano, in particolare nella città portuale di Beira, seconda città del Mozambico, dove padre Claudio sta svolgendo la propria missione. «Il fragile tessuto urbano e sociale della città di Beira, dove vive circa un milione di persone, è stato devastato dall’uragano di forza 4 su scala di 5, con venti di 200 km all’ora – ha comunicato, usufruendo di un’antenna telefonica ripristinata nell’area dell’aeroporto rimasto chiuso per tre giorni l’arcivescovo valligiano. - Nella città: edifici scoperchiati e vetri in frantumi, alberi sradicati o spezzati, tralicci elettrici e antenne telefoniche abbattuti, nella periferia molte case distrutte. Le vittime di cui siamo a conoscenza sono varie decine, ma è difficile avere dei dati esatti perché le reti telefoniche non funzionano.»
Padre Claudio Dalla Zuanna, 58 anni, figlio di emigranti della Valbrenta, è nato a Buenos Aires (Argentina), ma già da ragazzo è rientrato con la famiglia a San Nazario. Ordinato sacerdote nel 1984 a Bologna, nel 1985 è partito come missionario per il Mozambico dove è rimasto fino al 2003. Nel 2012 Papa Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Beira (Mozambico) e nel gennaio 2013 ha ricevuto il Pallio (paramento simbolo del compito pastorale di chi lo indossa) dalle mani di Papa Francesco.
«Non c’è corrente elettrica, acqua nella rete idrica, comunicazioni telefoniche - prosegue padre Claudio - e anche l’unica strada che lega la città al resto del paese è stata interrotta dall’acqua. L’unico blocco operatorio di tutta la regione, quello dell’ospedale centrale, è stato scoperchiato ed allagato, reso quindi inoperoso. Le scuole, chiuse a tempo indeterminato. La maggioranza delle aule scolastiche hanno i tetti di lamiera, praticamente tutti divelti. La diocesi ha in questa area scuole per più di 9.000 alunni. Il cibo per molte famiglie è già un’emergenza
Alcuni fiumi, alimentati dalle piogge del ciclone nelle aree dell’interno e nel vicino Zimbabwe, stanno straripando. «Delle 25 parrocchie che abbiamo in questa area, praticamente tutte hanno avuto dei danni più o meno gravi, tre chiese sono state letteralmente rase al suolo. Danni anche alle case dei sacerdoti che lavorano in queste parrocchie, al seminari e alla radio diocesana.» Scoperchiata anche l’abitazione dell’arcivescovo, dove sono in funzione anche gli uffici della curia. «Impressiona che in questo scenario, dove le casette sono molto precarie e tutte le lamiere volate dai tetti, quando si chiede a qualcuno come stia, generalmente risponde con un sorriso: ‘bene’. Anch’io, quindi, - conclude padre Claudio - dico: ‘sto bene’.»
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