Alessia ingaggiata dall'agenzia Esa per i test sul "mulinello spaziale"

Venerdì 7 Aprile 2017 di Maria Elena Mancuso
Alessia Gloder, Gilberto Grassi, Mattia Pezzato, Alvise Rossi e Leonardo Pellegrina insieme sono il Team star. I cinque studenti selezionati dall'Esa per testare un rivoluzionario progetto spaziale.
2

DUEVILLE – A Brema per i test su un congegno che potrebbe rivoluzionare le missioni spaziali. Alessia Gloder, duevillese, classe ’92, è l’unica donna del Team Star, una squadra di cinque studenti che, grazie al progetto Drop Your thesis indetto dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, ha avuto l’opportunità di testare in assenza di gravità un sistema innovativo per lo svolgimento e il recupero di fili nello spazio.

L'unica donna del Team Star

 

Una sorta di “mulinello cosmico” a cui questi studenti lavorano ormai da un paio d’anni. Con Alessia ci sono Gilberto Grassi, il team leader, e Mattia Pezzato, tutti studenti di Ingegneria aerospaziale. Poi Alvise Rossi della facoltà di Ingegneria dell’automazione e Leonardo Pellegrina, studente di Ingegneria Informatica. A coordinare il tutto, il professore di impianti e sistemi aerospaziali dell'università patavina Alessandro Francesconi e i suoi ricercatori, tra cui Riccardo Mantellato che ha accompagnato i ragazzi a Brema. «Un’opportunità incredibile», racconta con entusiasmo Alessia. «Non solo per la possibilità di mettere in pratica ciò che abbiamo sempre e solo studiato sui libri. Ma anche per l’occasione di lavorare a stretto contatto con gli ingegneri della torre di caduta, in questa struttura fuori dall’ordinario».

La “Drop tower” di Brema, in Germania, con i suoi 146 metri è la più alta d’Europa. Una struttura che svuotata e riempita d’aria, riesce a riprodurre l’assenza di gravità, consentendo complessi esperimenti. «La torre permette un lancio di 120 metri. Cinque secondi scarsi di caduta, che possono arrivare a nove, grazie a un meccanismo a catapulta. Pochi istanti, come si vede dal video realizzato durante gli esperimenti, per cui abbiamo lavorato duramente nelle due settimane trascorse in Germania lo scorso ottobre. La prima per organizzare il lavoro, fare le regolazioni e gli aggiustamenti del caso. Poi cinque lanci in cinque giorni che hanno dato risultati ottimi. Innanzitutto per la riuscita stessa dei test, che non è assolutamente una cosa scontata. Contavamo, infatti, di ripetere l’esperimento al massimo tre volte. Non è facile raggiungere il perfetto bilanciamento necessario perché tutto vada a buon fine. Imprevisti, guasti e ostacoli sono sempre in agguato e davvero non speravamo di riuscire a realizzare cinque lanci su cinque. Esperimenti che hanno dimostrato la concreta efficacia del nostro progetto che potrebbe, un giorno, andare a colmare una delle attuali problematiche delle missioni spaziali: srotolare e riavvolgere cavi in orbita. Uno strumento ispirato ai mulinelli delle canne da pesca che permetterebbe una serie di manovre finora impossibili come, ad esempio, la rimozione di detriti spaziali o il rifornimento di sonde e satelliti nello spazio».

«I tempi affinché un progetto di questo genere venga realizzato e impiegato sul campo sono davvero molto lunghi», conclude Alessia. «Ma i risultati raggiunti sono già un eccezionale traguardo. Non posso sbilanciarmi dato che non abbiamo ancora depositato l’analisi dei dati raccolti a Brema. Ma anche se la strada da percorrere è lunga, posso tranquillamente affermare che questi primi passi fanno già ben sperare. Tanto da aver depositato, proprio in questi giorni, un brevetto a tutela del nostro progetto a cui faranno seguito pubblicazioni scientifiche e conferenze internazionali».
 

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci