Portata in ospedale per abortire a 16 anni: «Costretta dai genitori»

Giovedì 14 Giugno 2018 di Vittorino Bernardi
Portata in ospedale per abortire a 16 anni: «Costretta dai genitori»
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SANTORSO – Ha abortito - a quanto sembra dai primi riscontri - contro la propria volontà a 16 anni. È un caso che scatenerà polemiche, finito nelle mani del governo a Roma, del ministro alla Famiglia il leghista Lorenzo Fontana. È stata una giornata intesa, con intervento dei carabinieri, quella vissuta martedì nel reparto Maternità dell’ospedale Alto Vicentino per una ragazza italiana di 16 anni costretta dai genitori ad abortire, entro il terzo mese di gravidanza, contro la sua volontà.

La vicenda è stata resa nota dall'associazione “Ora et labora in difesa della vita” che ha sede in Brianza. Accompagnata in ospedale per abortire la ragazzina per salvare la propria creatura ha inviato via whatsapp una richiesta di aiuto a un’amica che l'ha raggiunta verso le 13.30 per abbracciarla in una stanza dove si trovava con una psicologa impegnata a tranquillizzarla, con la promessa di parlare con i genitori per convincerli ad accettare la gravidanza. L’amica, costretta ad uscire, ha chiamato un’amica comune e un’ex ostetrica dello stesso ospedale e assieme hanno iniziato a pregare il rosario nel corridoio, da dove sono state allontanate perché a detta di qualcuno “disturbavano”.

Per continuare il rosario le tre si sono spostate nei pressi degli ascensori e hanno informato il Movimento con Cristo per la vita di Schio e l’Ora et labora in difesa della vita. Verso le 16.45 l’amica della 16enne ha chiamato il 112 in un ultimo tentativo di bloccare l’aborto, che è stato eseguito poco prima dell’arrivo dei carabinieri alle 17.50.

La vicenda avrà un seguito legale, condotto da Giorgio Celsi, presidente di "Ora et labora in difesa della vita". «Aborti come questo - il suo commento - non devono più accadere. È stato praticato contro un’espressa volontà della possibile madre che il mese prossimo compirà 17 anni. Sul suo desiderio di avere un figlio abbiamo testimonianze e messaggi scritti dalla stessa ragazza nei quali esprime paura e disperazione per l'imposta perdita del figlio. È morto un bambino in fase di sviluppo, quindi ci rivolgeremo nelle sedi opportune per fare chiarezza in base a gravi e importatati elementi che abbiamo acquisto. Per il momento abbiamo informato con un dettagliato rapporto Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia. Questa triste storia di morte deve segnare un passo di svolta nella sanità nazionale a tutela della vita umana».
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