Tuscia dei misteri: dalla Necropoli di Santa Cecilia al minuscolo borgo di Mugnano in Teverina

Sabato 20 Febbraio 2021 di Maria Serena Patriarca
Tuscia dei misteri: dalla Necropoli di Santa Cecilia al minuscolo borgo di Mugnano in Teverina

Non solo Parco dei Mostri: oltre al Sacro Bosco i dintorni di Bomarzo offrono mete interessantissime agli amanti degli itinerari all’insegna della natura, dell’archeologia e del mistero. Il percorso che vi suggeriamo oggi si snoda attraverso i boschi di felci e roccia tufacea nelle vicinanze del borgo, dove oltre alla nota Piramide Etrusca a gradoni, c’è un altro spettacolare sito che evoca un fascino unico nel suo genere: la necropoli di Santa Cecilia.

E’ un villaggio rupestre dove gli alberi e il muschio verde smeraldo sono un tutt’uno con la cittadella fantasma del villaggio medievale rupestre, in cui sono visibili ancora un cimitero paleocristiano, i resti di alcune abitazioni, e varie colonne che rievocano una Stonehenge in miniatura.

 

Si tratta di un luogo “sacro” fin dall’antichità, e carico di energia, che verosimilmente fu adibito ai culti per la Madre Terra già in epoca precristiana. Intorno ai resti della chiesa absidata protocristiana si possono scoprire, in un’atmosfera che rievoca i film di Indiana Jones, le tombe antropomorfe e le vasche adibite, forse, a riti battesimali o comunque legati alla purificazione attraverso l’acqua. Piccole cavità incise nella roccia fanno pensare ad un luogo di culto in cui i fedeli accendessero lampade ad olio. L’enigma racchiuso intorno alla chiesetta del dodicesimo secolo, dedicata probabilmente a Santa Cecilia, è come un “rebus” ancora oggi tutto da decifrare: quel che sembra evidente è il pilastro su cui poggiava l’altare, così come restano ancora intatti la sagoma dell’abside, e alcune decorazioni e parti di mura. I resti della chiesa da cui prende il nome il sito sono circondati da una decina di sarcofagi scavati nei massi di peperino, e sulla roccia sono incise croci greche.

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Le pestarole scavate nella pietra sembra fossero utilizzate per spremere l’uva e lavorare il mosto. Quel che è certo è che prima del villaggio medievale (di cui restano colonne, cavità scavate nella roccia e resti di capitelli e bassorilievi) su questo territorio vi fossero già stanziamenti etruschi, e che una delle attività principali degli abitanti fosse la pastorizia. Una volta terminata la visita del sorprendete sito di Santa Cecilia, suggeriamo di fare rotta sul delizioso piccolo borgo di Mugnano in Teverina, frazione del comune di Bomarzo, che ha solo 80 abitanti e sorge al confine con l’Umbria. Un borgo assolato e panoramico, in cui il silenzio e il relax regnano sovrani, dominato da Palazzo Orsini, che fa parte delle Dimore Storiche del Lazio. Mugnano sorge su uno sperone di tufo affacciato sulla Valle del Tevere ed entrò sotto il controllo della casata degli Orsini intorno alla metà del Duecento. Palazzo Orsini sorge là dove si ergeva in precedenza la Rocca Medievale, e nel Rinascimento fu arricchito dall’imponente loggia colonnata con balaustra, sulla facciata rivolta verso il Tevere. Nei vicoli di Mugnano non aspettatevi di trovare bar o ristoranti: qui il tempo si è fermato, e tante case (alcune con antiche cantine ipogee) sono oggi il “buen retiro” di artisti tedeschi, francesi o americani che hanno scelto questo minuscolo borgo per incominciare una nuova vita lontano da tutto e da tutti.

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