Forest bathing e trekking sui Monti Simbruini, nel cuore dell'Abruzzo

Lunedì 2 Novembre 2020 di Maria Serena Patriarca
sentiero sui Monti Simbruini Abruzzo

Sembra di essere nei grandi parchi canadesi.

Eppure siamo nel cuore dell’Italia, in Abruzzo, sui Monti Simbruini, dove il foliage rosso, arancio e verde dei boschi della Marsica e delle faggete, in questo periodo più che mai, offre uno spettacolo naturale unico nel suo genere. Tenendo come punto di base il paese di Tagliacozzo, le grotte e i monti circostanti rappresentano il paradiso per gli amanti del trekking e del forest bathing. 

 

“Quest’area è ancora fuori dai circuiti turistici più battuti”, spiega Damiano Tullio, ecoantropologo, alpinista e profondo conoscitore del territorio tra queste montagne: l’ecosistema così vario e selvaggio, precisa Tullio, “è il contesto ideale per riconnettersi con la natura. Mai forse, come durante il periodo di pandemia, in tante persone si è risvegliato il bisogno di staccare la spina dal contesto urbano e ritornare nei boschi. Andare in natura, in maniera consapevole e coltivando il silenzio, porta di per sé cultura. Se non si va in silenzio, nei contesti naturali, si perde tutto lo spirito profondo di questa esperienza. Non dimentichiamo, poi, che l’aspetto visivo della natura di per sé concilia l’indirizzo della nostra mente e diventa un veicolo per ascoltarci interiormente”. Avventurarsi nei percorsi di quest’area dell’Abruzzo è affascinante. Pensate che in alcune grotte dei Simbruini vive ancora il proteo, un anfibio rarissimo simile alla salamadra. In questa Riserva Naturale Regionale un percorso ipogeo che attraverso il sistema carsico collega sottoterra una grande quantità di grotte fra loro, comprese nell’area della Rocca del Cervo e di Pietrasecca. Grotte, queste, che come spiega Tullio in antichità erano sede di cerimonie e culti dedicati alla dea Cibele, alla fertilità e alle acque, ricordando sempre che l’uomo primitivo non viveva nelle caverne, ma vi praticava la ritualità. Uno fra gli itinerari più interessanti della zona è senz’altro quello che va da Cappadocia a Santissima Trinità di Vallepietra, fra i 1100 e i 1400 metri di altitudine: regno di cavalli che pascolano allo stato brado, cervi, gufi reali, ma anche del pino nero, del ginepro, della rosa canina, di guglie rocciose calcaree, faggi centenari e aceri campestri. Gli orsi marsicani nelle montagne circostanti costituiscono un altro patrimonio prezioso di quest’area dell’Abruzzo. Nelle cavità umide delle grotte, invece, non è raro imbattersi nel tritone punteggiato, nella raganella o nella rana appenninica. Per la qualità dell’aria e la sua purezza queste sono zone ideali per il trekking, le camminate di respirazione consapevole nel bosco e la meditazione a contatto con gli elementi naturali. Per maggiori info si può visitare il sito www.antropostudio.org.

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