Castel d'Asso, la valle dei papaveri dove Età Etrusca e Medioevo si fondono in alchimia

Lunedì 8 Giugno 2020 di Maria Serena Patriarca
La valle dei papaveri a Castel d'Asso

Medioevo ed Età Etrusca in magica alchimia: castello e tombe a facciata con incisioni rupestri in perfetta simbiosi con la natura. Ci sono luoghi che traggono fascino anche dal fatto di essere poco noti e poco segnalati. Il Lazio è ricco di siti archeologici e naturalistici che meriterebbero una maggiore promozione e valorizzazione. Uno di questi è la Necropoli rupestre di Castel d’Asso, nel cuore della Tuscia viterbese.

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Scarsamente segnalato e per questo avvolto in un silenzio quasi irreale, il sito di Castel d’Asso più che turisti attira appassionati di passeggiate nel verde e di archeologia “off the beaten track”. Qui, specialmente in primavera, si assiste al trionfo della natura, fra vallate spettacolari tinte di rosso dai papaveri, radure coperte di muschio e corsi d’acqua. Il vallone nel bosco, che si percorre in discesa per avvicinarsi allo spiazzo dove troneggia la collina con la torre vera e propria che dà il nome al luogo, è costellato di tombe rupestri etrusche.

La necropoli probabilmente fu in uso dalla seconda metà del IV  fino alla metà del II secolo a.C.. Alcune tombe, come la Tomba Orioli (a semidado, con un tetto esternamente scolpito a tegole sul vano di sottofacciata, databile tra la metà del III e la metà del II secolo a.C.), sono davvero ben conservate e possono essere visitate, naturalmente a titolo completamente gratuito, nel loro interno, adottando ovviamente le dovute cautele poiché si tratta di terreni dissestati e non vi è alcuna sorveglianza.
 

 

Il nome Castel d'Asso deriva dall’antica Axia, citata da Cicerone nell'orazione Pro Caecina. La città, originatasi in epoca arcaica, ebbe il suo massimo sviluppo a partire dal IV secolo a.C., come centro minore del territorio di Tarquinia. Nel III a.C. venne sottomessa al dominio di Roma. Il declino dell’insediamento cominciò in età imperiale e culminò in un vero e proprio abbandono di questo abitato, che poi invece rifiorì nell'Alto Medioevo.

Proseguendo il cammino verso il fondo della valle, fra innumerevoli tombe di fascino arcano e misterioso spicca senz’altro la Tomba Grande, nota per le tre ampie porte di accesso. Nella camera sepolcrale si stima fossero in origine deposti una quarantina di sarcofagi. Da qui, oltrepassato il fiume su un ponticello, si può salire verso l’agglomerato medievale da cui si gode un meraviglioso panorama della valle circostante.

 

Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 17:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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