Delft, la città in un quadro: alla scoperta dell'Olanda di Vermeer

Domenica 24 Aprile 2016 di Luisa Mosello
La stradina di Delf, Johannes Vermeer

Entrare e uscire da un quadro. E viverlo in diretta passeggiando dentro la scena ritratta nel dipinto. Non è un’esperienza virtuale ma un viaggio reale dentro la grande arte Olandese. Si può fare a Delft, deliziosa cittadina fra L’Aia e Rotterdam, legata a un grandissimo pittore come Johannes Vermeer che qui nacque e morì. Fu lei la musa urbana ispiratrice delle sue opere (vi dipinse il capolavoro La ragazza con l'orecchino di perla) e ora torna ad eserlo in occasione di un evento speciale appena inaugurato: l’esposizione del quadro La stradina di Delft. Che dopo più di tre secoli ritorna nel luogo in cui fu creato da Vermeer nel 1858 immortalando uno scorcio individuato con precisione solo lo scorso gennaio.


Il dipinto rimarrà esposto fino al 17 luglio nel museo Prinsenhof della cittadina che è riuscito a ottenerlo in prestito per quattro mesi dal Rijksmuseum di Amsterdam, che raramente concede i suoi gioielli come questio che fa parte dei quattro lavori di Vermeer esposti nel museo della capitale olandese ed è uno dei 35 esistenti al mondo. Passeggiando lungo i canali di Delft si può arrivare fino alla facciata immortalata nel quadro qualche secolo fa. Ora è un po’ diversa, al posto dell’antica casa c’è una specie di asilo infantile ma il posto è proprio quello e si può tornare indietro nel tempo e pensare di entrare di nuovo in quel quadro impregnato di quotidianità senza limiti spazio-temporali.
 
Delft è anche una città profondamente legata alla storia della famiglia reale. E’ qui che nel 1572 Guglielmo d'Orange, in rivolta contro Spagna per l'indipendenza del Paese, fissò la residenza, quindi fu ucciso nel 1584 e sepolto nella chiesa gotica a forma di croce Nieuwe Kerk che accoglie sotto il mausoleo tutti i suoi successori.

Accanto all’aspetto regale ce n’è un altro molto più “reale”, concreto, rappresentato dalle famose ceramiche bianche e blu che nel 1600 nacquero proprio qui. Per poter avere un sostituto più economico delle preziose porcellane cinesi, piatti, vasi e dintorni erano prodotti non con la tipica argilla da porcellana ma con un altro materiale che costava meno e che dopo la cottura veniva rivestito con uno smalto color del cielo. Un’idea di successo che fece lavorare per tanti anni una trentina di fabbriche, delle quali oggi rimane solo la Royal Delft che propone una carrellata di pezzi da esposizione,oltre a mostre, laboratori e visite guidate.

Per saperne di più: http://www.delft.nl/delften/Tourists
http://www.holland.com/it/turismo

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