Full immersion fra natura e spiritualità, in un itinerario ideale per chi ama i luoghi del silenzio ricchi di mistero.
San Gregorio Magno tramandò nei suoi scritti che alcuni religiosi (forse monaci basiliani) cercarono di avvelenare San Benedetto, poiché non sopportavano la severità delle regole da lui propugnate nella vita quotidiana religiosa: ma appena il santo di Norcia portò il calice alla bocca, miracolosamente questo si frantumò. La scena è dipinta in uno degli affreschi della grande cappella principale, ad opera del pittore sabino seicentesco Antonio Rosati. Meravigliosa anche la grotta, più piccola, dove visse San Benedetto, anche questa una chiesa rupestre derivata da un antico sito di culto romano, con l’inginocchiatoio e le cellette per le candele votive scolpite nella roccia, e un altare abbellito da fregi barocchi, come in un viaggio attraverso le varie epoche storiche. Nell'affresco sull'altare principale sono rappresentati, in connubio mistico e non storico naturalmente, San Benedetto e San Francesco. Emozionante anche percorrere a piedi parte dell’antico acquedotto Claudio, scavato a mano tra il 38 e il 54 d.C.: il cammino si snoda lungo lo “speco”, dove scorreva l’acqua diretta alla Capitale. Queste pareti di roccia, le cui origini risalgono addirittura al Pleistocene, all’interno riservano una curiosa fusione di coccio pesto e fossili. Il sito è visitabile su prenotazione, ad offerta libera, contattando il volontario Federico Natali, esperto del luogo, all’email federico-natali@libero.it. La visita prevede anche scalinate ripide nella roccia; sono consigliabili dunque un abbigliamento sportivo e scarpe da trekking.