Parco Nazionale di Huascarán: viaggio in Perù a seimila metri

Venerdì 7 Ottobre 2016 di Sabrina Quartieri
Chavín de Huántar (foto di Open mind consulting)

E’ la cima più alta del Perù: Huascarán, con i suoi 6.768 metri, domina il Parco Nazionale omonimo, un luogo unico al mondo abitato da piante gigantesche, orsi dagli occhiali e condor andini. Incredibile ma vero, questo straordinario ecosistema si compone di oltre 600 ghiacciai, più di 200 montagne, quasi 300 laghi e ben 44 fiumi. Conosciuta per lo più da scalatori e trekkers, l’immensa distesa nel cuore del dipartimento di Ancash è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco già nel 1985. Con una superficie di ben 340 ettari, il parco occupa gran parte della Cordillera Blanca, lo spettacolare tempio delle più ardite montagne andine. Un paradiso per gli amanti dei viaggi naturalistici che, tra lagune, ghiacciai e siti inca, possono organizzare diverse escursioni per scoprire questo immenso territorio ricco di magia.
 

 

Ecco le più belle:

Le rovine di Chavín de Huántar. Lungo la strada che porta al sito archeologico sul versante nordest della Cordigliera Bianca, si trovano alcuni posti da cartolina, come ad esempio la laguna Querococha. Detto anche "lago di legno", questo specchio d’acqua incontaminato è circondato dalle tipiche case in paglia abitate dai "chozas", la gente locale che si dedica all’agricoltura e alla pesca della trota iridea. Una volta raggiunte le rovine risalenti all’antichissima civiltà Chavín, si rimane stupefatti per la loro immagine d’insieme, tra terrazze, piazze e affascinanti sculture in bassorilievo che rappresentano giaguari, serpenti, condor, caimani e volti umani. 


La "Via del cambiamento climatico". Altra meta imperdibile è il ghiacciaio Pastoruri (5.240 metri) a sud di Huaraz. Una strada sterrata all'interno di un altopiano stepposo, che custodisce cristalline lagune e imponenti esemplari di Puya Raimondii, conduce fino alla base di questa montagna bianca. E’ qui che si trovano i ristorantini improvvisati dagli indigeni dove è possibile ordinare del brodo di gallina o pannocchie di granturco bollito e provare il mate di coca per evitare il cosiddetto "soroche" (mal di montagna). Improvvisamente, proseguendo il tragitto, si vede spuntare la macchia scura della laguna di Patococha, uno specchio d’acqua popolato da anatre selvatiche. Poco dopo, ecco invece la "Fonte de agua gasificada", una polla d’acqua minerale frizzante ricca di sali. Qualche centinaio di metri più avanti, consigliata una sosta nella foresta di Puya Raimondii, famosa per le sue altissime piante (circa dieci metri) appartenenti al gruppo delle bromeliacee.


Sulle nuvole, tra i laghi. Nascoste sulle vette e incastonate come smeraldi, le lagune Chinancocha e Orconcocha sono raggiungibili con un’escursione che parte da Huaraz o da Yungay.
Adagiati su una valle glaciale chiamata Llanganuco, i due bacini brillano del colore verde smeraldo. Percorrendo poi un sentiero che costeggia il lago Chinancocha e avanzando su un tratto sterrato, si arriva ad un mirador dove vale la pena fermarsi per un po': la terrazza naturale in cui si approda si affaccia sulle imponenti cime del Huascarán (6.768 metri), del Chopicalqui (6.345), del Chacraraju (6.108) e del Huandoy (6.395). Se si procede per qualche chilometro ancora, ci si ritrova sulle sponde della spettacolare e impressionante Laguna 69, situata a circa 4.500 metri sul livello del mare. Questo affascinante luogo è un’attrazione imperdibile del Parco Nazionale di Huascarán: qui, le cascate, i torrenti di montagna e le moltissime cime innevate riempiono gli occhi di infinita bellezza. 

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 20:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci