Dal Kirghizistan alla Cina lungo la Via della Seta asiatica

Lunedì 6 Giugno 2016 di Sabrina Quartieri
Nomadi in Kirghizistan (foto Metamondo)

Un viaggio nel cuore dell’Asia centrale lungo l’affascinante Via della Seta al confine tra Kirghizistan e Cina nord-occidentale, dove si trovano gli antichi villaggi dei dungani, degli uiguri e degli han. Seguendo l’itinerario, si attraversano i passi e le gole della catena di Tien Shan, porte di accesso alle aree dei laghi alpini di Son- Kul e Issyk-Kul e ingresso alle riserve naturali abitate dai nomadi allevatori. Ancora, varcando il Passo di Torugart, si lascia il Kirghizistan per entrare nella Cina degli antichi bazar. Sono queste le tappe principali del tour proposto da Metamondo, che ripercorre la celebre Via della Seta. Un viaggio vero e proprio, insolito e pieno di fascino (della durata di 15 giorni e 13 notti) che comincia a Bishkek, dopo un volo di linea dall’Italia, via Istanbul. Qui, nella capitale del Paese asiatico, dagli ampi boulevard e piena di edifici di stampo sovietico, si visita il Monumento a Manas, eroe nazionale kirghizo, la piazza Ala Too per assistere alla cerimonia del cambio della guardia, la Piazza Vecchia con l’edificio del Parlamento e la Piazza della Vittoria. 

 


Il giorno dopo si lascia la città per dirigersi verso il Parco Nazionale di Ala Archa, stretto nell’omonima gola: il sito è rinomato per i suoi oltre 200 chilometri quadrati di estensione ed è il luogo ideale per fare trekking o praticare lo sci, vista la presenza di oltre 20 ghiacciai. Dalle foreste ai fiumi che caratterizzano le vallate, si passa infatti alle sue cime, che sfiorano i 4.895 metri di altezza. Habitat naturale del rarissimo leopardo delle nevi e di specie botaniche protette, il Parco permette di immergersi nella natura più misteriosa e di addentrarsi nella strettissima gola Ala Archa, per godere dell'incredibile vista sulla catena Alatau (Tien Shan). Prezioso anche il momento del pranzo, organizzato in una casa privata di sole donne. Sono le designer della cooperativa CASCA (Central Asian Crafts Support Association), costituita con lo scopo di preservare e diffondere l’artigianato tradizionale. Il quarto giorno è dedicato al lago Son Kul, il secondo più grande del Paese, per vivere l’esperienza del campo tendato e delle yurte: si dorme infatti nelle tipiche case mobili dell’Asia centrale fatte di legno, feltro, lana di pecora e tappeti. Durante le ore diurne si assisterà alla vita quotidiana delle popolazioni locali, secondo gli usi semplici della tradizione. 


Prima di ripartire, non bisogna dimenticare di assaggiare lo yogurt tipico della zona, detto “airan”, e il “kumis”, bevanda nazionale a base di latte di cavalla fermentato. Destinazione finale della giornata successiva, invece, è Tash Rabat, che regala un'incredibile esperienza già solo per raggiungere la meta. Si attraversa infatti una lussureggiante vallata incorniciata dall’impressionante catena montuosa At Bashi. E’ in una delle sue gole che si nasconde Tash Rabai, un antico caravanserraglio del XIV secolo.  Questo edificio in pietra restaurato ospitava un tempo i mercanti che, con i loro animali, si muovevano lungo la Via della Seta. Fatta la prima colazione, il sesto giorno si riparte per raggiungere il confine. Dopo aver ammirato le bellezze del terzo grande lago del Paese, il Chatyr-Kul (in lingua kirghiza “lago celestiale”), ci si incontra con la guida locale per entrare in Cina e muoversi subito verso Kashgar. Ma è già passata la notte quando si comincia il tour della città, con le tappe al mausoleo di Apak Hoja, costruito nel 1640, e ancora, alla moschea Eid Gar, alla città vecchia, alla via degli artigiani e al bazar. Interessante la visita alla tomba di Muhammad Kashgari, autore del primo “Compendio delle lingue dei turchi”, risalente all’XI secolo. La regione autonoma della Cina nord-occidentale, con capoluogo Urumchi (Ürümqi), è infatti considerata la culla della discendenza del ceppo turco degli uiguri, etnia turcofona e minoranza islamica. Assieme ai dungani, altro gruppo etnico di origine cinese e di religione islamica oggi residente in diverse aree del Kirghizistan e dell’Uzbekistan, gli uiguri popolano quest’area di confine tra i due Paesi.


Dopo un po’ di shopping tra stoffe, spezie e coltelli artigianali al bazar della domenica di Kashgar (noto sin dai tempi antichi per la vendita dei cammelli e per gli scambi lungo la famosa Via della Seta), ci si rimette in viaggio per Tashkurgan. Lungo il tragitto, lo scenario del lago Karakul che si può ammirare è sorprendentemente bello: detto “mare nero”, questo ampio bacino idrico si trova ad un’altitudine di 3.600 metri. Il nono giorno inizia con la passeggiata nell’area dei pascoli, punteggiata da yurte di nomadi di origine tagika. Si prosegue con il tour alla “città di pietra” costruita dai Qing e antica capitale della dinastia Han: situato a nord della regione di Tashkurgan, il centro è stato famoso in quanto snodo principale tra la Via della Seta centrale e meridionale. Il decimo giorno si attraversano paesaggi di grande bellezza, tra montagne e vallate, gole e fiumi, laghi alpini e stanziamenti nomadi. Poi, la mattina seguente si riparte per Karakol, una curiosa cittadina sulla sponda meridionale del lago Issyk Kul e ai piedi delle pittoresche cime del Tien Shan. Questa località russa fondata dai cosacchi a metà del XIX secolo, divenne un importante presidio militare. 


E’ qui che, in serata, si partecipa a una degustazione del piatto tipico locale: sono i cosiddetti "lagman", ovvero lunghissimi spaghetti fatti di pasta fresca di grano tenero e tirati a mano, arrotolati, lasciati riposare e bolliti per pochi minuti, prima di essere serviti con verdure saltate e salsa piccante o, alla maniera dungana, con carne e verdure. Gli ultimi giorni di viaggio trascorrono tra diverse attività: dal trekking alla Gola di Diety Oguz, ricca di formazioni rocciose di colore rosso coperte da abeti, al curioso addestramento di rapaci da caccia, che in Kirghizistan ha una tradizione antichissima; ancora, si visiterà il museo Przhevakski, dedicato al famoso esploratore russo appassionato di Asia centrale; si farà tappa al lago Issyk-Kul, immenso bacino di montagna e biosfera protetta dall’Unesco; si raggiungeranno i petroglifi di Cholpon Ata, un tempio all’aperto delle civilizzazioni sciite; infine, attraverso il cuore dell’Asia Centrale, si percorreranno le vie dei nomadi kirghizi ai piedi del Tien Shan. Dopo tante emozioni, sarà arrivato il tempo di dirsi arrivederci prima di tornare a casa. Nel programma è prevista una cena conviviale e, volendo, la possibilità di assistere ad uno spettacolo folk, con musicisti in costume tradizionale e strumenti tipici di questa terra, dal komuz a 3 corde, al chopo choi a fiato e fatto di canne. Per informazioni: http://www.metamondo.it/destinazioni/kirgyzstan/tour.htm

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 19:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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