I vescovi italiani fanno le primarie: tra i 3 più votati il Papa sceglierà il prossimo presidente, favorito il cardinale Zuppi

A Bassetti spetterà pronunciare la sua ultima prolusione davanti alla Cei

Venerdì 20 Maggio 2022 di Franca Giansoldati
I vescovi italiani fanno le primarie: tra i 3 più votati il Papa sceglierà il prossimo presidente, favorito il cardinale Zuppi

Città del Vaticano - Giro di boa per la Cei, ormai pronta a cambiare il proprio presidente e rinnovarsi in base alla direzione di rotta che ha deciso di imprimere alla Chiesa italiana Papa Francesco.

Più attiva, trasparente, vicina alle vittime degli abusi, coraggiosa e coerente. Da lunedì prossimo oltre di 200 vescovi saranno riuniti in assemblea generale. Si tratta di un momento importante per varie ragioni. Tanto per cominciare lunedì avranno un dialogo riservato col Papa che aprirà, in Vaticano, la 76esima assemblea. Da quello scambio di vedute che avverrà a porte chiuse emergeranno le linee da sviluppare per i prossimi cinque anni. I lavori assembleari poi proseguiranno all'Hilton Rome Airport di Fiumicino e andranno avanti fino al 27 maggio. E' durante quei giorni che verranno individuati i tre candidati da sottoporre al Pontefice. Le persone che raccoglieranno più voti faranno parte della terna da presentare in Vaticano e dalla quale uscirà il successore del presidente uscente, visto che il cardinale Gualtiero Bassetti, è dimissionario per ragioni di età, 80 anni. A Bassetti spetterà pronunciare la sua ultima prolusione davanti alla Cei e dal suo testo si capiranno meglio gli orientamenti ricevuti dal pontefice alcuni giorni fa, che lo ha ricevuto proprio per concordare come procedere. 

Papa Francesco manda a Kiev il suo ministro degli Esteri. «Siamo sempre disponibili per favorire un processo negoziale»

La successione della Cei è sempre qualcosa di assai impegnativo perchè è dal carattere del presidente e dal modo di governare che ne dipende l'azione sul territorio. Sulla carta, al momento, il più quotato sembra essere il cardinale di Bologna, Matteo Zuppi, proveniente dalle fila di Sant'Egidio, forte di un solido background ma dotato di una forza comunicativa fuori dal comune. Inoltre in questi anni dalla sede bolognese ha saputo conquistarsi la simpatia del clero locale, notoriamente piuttosto conservatore e 'tosto'. Il secondo nome che sta girando riguarda un altro cardinale, Paolo Lo Judice, attuale arcivescovo di Siena e già vescovo ausiliare di Roma. Anche lui dotato di una personalità di spicco, molto energico nell'affrontare grandi maggiori (non ultima quella relativa al mondo della politica). La terza figura è il vescovo di Modena e Carpi, Erio Castellucci, teologo dialogante ma con la barra ferma sulla dottrina. In questi giorni è affiorato come ipotesi anche il siciliano Raspanti, attuale vice presidente della Cei. 

Papa Francesco in una recente intervista aveva dato indicazione sul da farsi nell'elezione del nuovo presidente: "Preferisco che sia un cardinale, che sia autorevole. E che abbia la possibilità di scegliere il segretario, che possa dire: voglio lavorare con questa persona". Nel frattempo l'attuale segretario generale monsignor Stefano Russo è già stato spostato ad una sede minore, come vescovo di Velletri. 

 

Tra i punti caldi che verranno toccati nei giorni dell'assemblea al primo posto c'è il cammino sinodale e le modalità da adottare per far parlare le comunità, i laici, la base sulle sfide che toccano la Chiesa: il ruolo delle donne, la morale, i giovani, il sacerdozio, la trasparenza. Non secondario poi c'è la grande questione degli abusi sessuali. La Chiesa italiana è il fanalino di coda rispetto ad altre nazioni europee (Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Belgio, Austria) dove sono state promosse da tempo indagini approfondite basate sull'esame dei materiali contenuti negli archivi diocesani (attualmente riservati). I vescovi italiani dovranno decidere se autorizzare una commissione indipendente che faccia luce sul fenomeno in modo non ingabbiato, facendo affiorare i reali numeri delle vittime e dei preti abusatori. Al momento nessuno conosce nemmeno quanti siano i preti che sono stati ridotti allo stato laicale. Quello che manca è una trasparenza responsabile. Inutile dire che il tema sta lacerando i vescovi, molti dei quali decisi a pronunciarsi contro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA