Appello dell'ex Gran Maestro Festing al cardinale Tomasi, «il voto va rimandato dopo il Covid»

Martedì 3 Novembre 2020 di Franca Giansoldati
Appello dell'ex Gran Maestro Festing al cardinale Tomasi, «il voto va rimandato dopo il Covid»

Città del Vaticano – La prima grande grana che dovrà risolvere il neo cardinale Silvano Tomasi è la decisione se rimandare o no per via del Covid l'imminente elezione del Gran Maestro dell'Ordine di Malta, oppure se prevedere un voto on line, utilizzando piattaforme come zoom.

Il voto è previsto dal 7 al 9 novembre anche se motivo della pandemia la maggior parte del corpo votante – i cavalieri professi, quelli che emettono i voti di castità, povertà e obbedienza – non riescono a partecipare perché impossibilitati a spostarsi e viaggiare normalmente, date le misure restrittive imposte da diversi Paesi, tra cui la Francia e la Gran Bretagna. «Noi le chiediamo umilmente di differire il Consiglio Compito di Stato fino a quando non sarà possibile partecipare di persona o fino a quando l'Ordine non approverà e istituirà un mezzo per tenere un consiglio on line o virtuale».

A firmare la lettera a Tomasi sono i cavalieri inglesi, tra cui il precedente Gran Maestro Matthew Festing che rompe così il silenzio che si era imposto dal giorno delle sue dimissioni, avvenute nel 2018 per esplicita richiesta di Papa Francesco che gli fece firmare una lettera pro forma pregandolo di farsi da parte, assicurandogli però che avrebbe provveduto lui personalmente a fare pulizia dentro l'Ordine.

In quel periodo erano in atto due scontri violentissimi tra i cavalieri. Il primo su una eredità di oltre 120 milioni di euro sottoposta a un contenzioso in un tribunale elvetico. Festing prima di accettare il lascito ereditario di questo misterioso benefattore francese aveva chiesto venisse fatta una ricerca sulla regolarità e sulla pulizia di questo patrimonio. Ma non tutti erano d'accordo. Il secondo contenzioso riguardava la singolare distribuzione di profilattici in zone di guerra - assieme agli aiuti umanitari – da parte del Malteser decisa dall'allora luogotenente Boeselager in palese contraddizione con la dottrina della Chiesa. Festing, in quei giorni, intervenne per esautorare Boeselager, ma quest'ultimo ebbe la meglio. Il risultato fu che il Papa convocò Festing – uomo probo e docile – che in spirito di ubbidienza accettò di ritirarsi per sempre in Scozia nel suo cottage. Da allora fino ad oggi non si è mai fatto vivo. 

La lettera che ha ricevuto Tomasi contiene un appello di sostanza, poiché l'impossibilità di viaggiare di tanti cavalieri darebbe vita ad una singolare anomalia statutaria. In pratica una realtà religiosa come quella di Malta eleggerebbe il proprio Gran Maestro attraverso una base elettorale senza i cavalieri professi (che sono gli unici che emettono i voti). 

Un analoga richiesta era stato inviata la scorsa settimana da altri cavalieri ad un altro cardinale di curia, Braz De Aviz, titolare della congregazione dei religiosi. Anche in questo caso veniva menzionato lo stesso problema e la richiesta di intervenire con urgenza per fare chiarezza. 

Sullo sfondo di questa richiesta c'è la riforma dell'Ordine di Malta che le nuove costituzioni in via di elaborazione potrebbero modificare per sempre. Lo scontro sotterraneo è sulla natura religiosa di questo antico ordine cavalleresco. Di fatto una grande corrente interna capeggiata dai cavalieri tedeschi vorrebbe renderlo più laico, più internazionale, più simile ad una gigantesca ong, sottraendo così potere ai cavalieri professi (i religiosi), nobili da almeno 400 anni ma ormai minoritari e piuttosto anziani. Insomma, un bel rebus.

Con la restrizione del Covid la maggior parte dei 55 elettori non riuscirebbe infatti a raggiungere Roma e il pericolo è che venga scelto un Gran Maestro considerato non rappresentativo dalla maggioranza dei votanti assente. 

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