Roma - Appello al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte per chiedere che l’AGCom oscuri i siti web che pubblicizzano la pratica dell’utero in affitto a pagamento.
«La questione – affermano – è semplice e grave allo stesso tempo:cercando su un motore di ricerca Internet termini quali ‘maternità surrogata’ o ‘utero in affitto’, appaiono per primi i risultati di inserzioni pubblicitarie vietate. Sul tema la Corte Costituzionale si è espressa con una sentenza del 2017, sottolineando che è una pratica ‘che offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane’. Eppure, l’AGCom ha dichiarato che senza una legge che le attribuisca la competenza per oscurare queste attività illegali sul web, non può intervenire. Peccato che invece, ad esempio sul diritto d’autore nel web, abbia recentemente desunto la propria competenza da vaghi principi normativi, varando un proprio regolamento ad hoc».
In Italia, aggiungono, siamo al paradosso: « l’AGCom interviene per bloccare la pubblicità del gioco d’azzardo, attività lecita e regolamentata, di cui però è vietata la promozione, e non interviene invece per fermare quella illegale di un’attività illecita com’è l’utero in affitto».