Mike Pence va dal Papa: «Le porto i saluti più cordiali di Trump»

Venerdì 24 Gennaio 2020 di Franca Giansoldati
Mike Pence va dal Papa: «Le porto i saluti più cordiali di Trump»

Città del Vaticano – Mike Pence a colloquio con Papa Francesco in Vaticano per un'ora, in presenza di due interpreti. «Voglio portarle i più cordiali saluti per conto del presidente Donald Trump, che aveva molto gradito la visita in Vaticano, nel maggio di tre anni fa» ha detto Pence non appena ha salutato Bergoglio.

 Al centro dell'incontro il tema dei diritti umani e, inevitabilmente, l'appuntamento di novembre delle elezioni americane. Si è però anche parlato della Marcia antiabortista per la Vita che era in corso a Washington e che ha visto la presenza del presidente Trump. Pence ha riassunto alla tv americana EWTN il lunghissimo colloquio con il pontefice che ha spaziato dalla crisi umanitaria in Venezuela alla tutela delle minoranze religiose in Medio Oriente, in Iraq e nella Piana di Ninive. Sul Venezuela Pence ha chiesto al pontefice come gli Usa e il Vaticano «possono lavorare più vicini» per aiutare quel paese a uscire dalla gravissima crisi che ha portato 5 milioni di persone a fuggire.

Papa Bergoglio e Pence hanno poi discusso di questioni più regionali, in relazione al Libano e alla Turchia. «E' stato un grande privilegio poter parlare con il Papa proprio mentre negli Usa si svolgeva la marcia per la vita, per difendere il diritto alla vita. Il Papa ha parlato con passione della santità della vita». Il vice presidente ha ricordato che la Chiesa è un baluardo a difesa della vita dai tempi della sentenza abortista Roe versus Wade, risalente al 1973. 

Ad accogliere Pence al suo arrivo all'aeroporto di Roma, tra rigidissime misure di sicurezza, gli ambasciatori degli Stati Uniti in Italia e in Vaticano, Lewis M. Eisenberg e Callista Gingrich, quello presso la Fao, Kip Tom ed il Capo del Cerimoniale della Repubblica, Lambertini. Subito dopo lo scambio di saluti  Pence è stato fatto salire su una berlina blindata dell'ambasciata americana, ed è arrivato in Vaticano dove lo attendeva il protocollo delle visite ufficiali con i saluti, al Cortile di San Damaso, dei Gentiluomini di sua Santità che lo hanno poi scortato fino allo studio papale nel palazzo apostolico. 
 


La visita di Pence arriva alla vigilia della diffusione, da parte del presidente degli Stati Uniti, Trump, del tanto atteso Piano di pace per il Medio Oriente. Il colloquio con il pontefice è stato spianato e preceduto da una serie di incontri su varie iniziative sulla libertà religiosa. L’ambasciatore per la libertà religiosa Samuel Brownback, per esempio, è stato di recente a Roma e ha partecipato al lancio della Abrahamic Faiths Initiative, un’iniziativa di confronto tra le principali religioni abramitiche.

Un punto critico tra Santa Sede e Stati Uniti resta il recente accordo sulla nomina dei vescovi che Francesco ha fatto firmare a Pechino dai suoi diplomatici due anni fa. Una intesa che ha lo scopo di riunire la Chiesa clandestina cinese e quella ufficiale, controllata dal partito, ma che - a distanza di due anni - sta presentando parecchi problemi in alcune zone della Cina dove si verificano ancora persecuzioni nei confronti dei preti clandestini che si rifiutano di aderire al controllo del partito. 

Sullo sfondo dell'incontro tra Pence e il Papa, ovviamente, ci sono le elezioni presidenziali americane. Il fattore cattolico nelle tornate elettorali americane ha sempre svolto un ruolo importante, determinando lo spostamento dei voti, ma attualmente il fattore cattolico - a detta di tanti osservatori - non si sa se riescirà ancora a giocare un ruolo effettivo, vista la polarizzazione dei cattolici negli Stati Uniti. Questo anche a causa della contrapposizione evidente e marcata di Papa Francesco nei confronti della amministrazione di Trump. Durante un viaggio internazionale, alcuni anni fa, Bergoglio commentando l'atteggiamento di chiusura di Trump verso gli immigrati ammassati al confine del Messico, si lasciò scappare che non era un bravo cristiano. 

Uscendo dal Vaticano, a udienza conclusa, Mike Pence ha commentato che con il colloquio di stamattina con il Papa «sono un eroe in famiglia». Il riferimento alla battuta, secondo i giornalisti statunitensi presenti all'incontro, sarebbe dovuto al fatto che la madre di Pence, molto cattolica, avrebbe apprezzato l'incontro del figlio con il Pontefice.

Il Papa ha regalato a Pence il suo messaggio della pace, il medaglione della pace e i suoi cinque testi magisteriali, compreso l'enciclica Laudato Sì sull'ambiente. Il vice di Trump gli ha regalato una croce di legno di un albero della sua residenza. «God bless you».

Pence e la moglie Karen che lo accompagnava non hanno perso l'occasione di visitare la Cappella Sistina. L'ingresso del vice presidente americano è stato ovviamente notato dai turisti che in quel momento si trovavano nel percorso museale. Una turista lo ha salutato calorosamente chiedendogli un selfie, ricevendo però in cambio solamente un sorriso. Pence e la moglie hanno poi ringraziato la guida che ha loro illustrato le meraviglie vaticane prima di spostarsi con il loro seguito nell'adiacente Cappella Paolina per una breve visita e ammirare il celeberrimo affresco di Michelangelo del martirio di San Pietro.


 

Ultimo aggiornamento: 17:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA