Ucraina, lo studente di Vicenza arruolato come soldato: «Qui la gente si sta abituando alla morte»

Fortunatamente il fronte non è vicino, lui si trova a 150 chilometri da Leopoli, da dove però si sentono cadere i missili

Giovedì 24 Marzo 2022 di Franca Giansoldati
Ucraina, lo studente di Vicenza arruolato come soldato: «Qui la gente si sta abituando alla morte

«Se Papa Francesco venisse a Kiev spezzerebbe la propaganda che c'è in Russia e che fa credere ai russi che la guerra è combattere i nazisti in Ucraina». Sono trascorsi 30 giorni da quando Dmytro Ovad, 21 anni di Vicenza, studente alla facoltà di scienze politiche a Padova, ha mollato tutto – famiglia, studi, amici – per prendere un Flixbus e fare ritorno nella terra dei genitori a combattere per «la libertà e per gli ideali europei». Lo ripete diverse volte risponde al telefono con un fortissimo accento veneto. «Vale la pena difendere questi valori». L'altro giorno ha seguito il discorso del premier Draghi che ha promesso un percorso di ingresso all'Ucraina in Europa. «Spero che il Parlamento italiano sosterrà questo percorso. E' anche per questo motivo che l'Ucraina sta resistendo, per quei valori di libertà, giustizia,  cooperazione, democrazia e anche per prendere le distanze dalla influenza russa».

Dmytro racconta al Messaggero che dopo il reclutamento nella Legione Straniera Ucraina è stato messo a fabbricare rudimentali molotov e ora sta facendo pattugliamenti in alcune aree la notte.

Fortunatamente il fronte non è vicino, lui si trova a 150 chilometri da Leopoli, da dove però si sentono cadere i missili.

«Ci sono tantissimi stranieri che continuano ad arrivare per essere reclutati nella Legione. Si parlava di almeno 20 mila richieste di ammissione. Finora non ho ancora incontrato ragazzi italiani, nel mio gruppo sono solo ucraini. Attualmente il problema è che mancano i centri per l'addestramento, i russi li bombardano. E poi mancano anche gli addestratori, perchè sono tutti al fronte. Il morale resta alto».

Sulle strade che attraversano la cittadina di Ternopil, Dmytro ha visto solo gente che scappava, con qualsiasi mezzo, cercando di raggiungere Leopoli o di passare la frontiera polacca. Da qui il desiderio di vedere la guerra finire. «Non so quando questa guerra finirà, da come si sta sviluppando assomiglia molto ad una guerra di posizione e può andare avanti parecchio. Qui sono rimaste tante persone anziane e deboli che non sono potute andare via».

Dmytro dice di non capire quegli intellettuali o quei politici italiani che a tutti i costi vorrebbero che l'Ucraina si arrendesse subito. «Ho ascoltato certi pacifisti che pur di far finire subito la guerra ritengono che l'Ucraina dovrebbe arrendersi subito. Immediatamente. Come se Churchill nel 1939 avesse detto: bene arrendiamoci subito alla Germania. Solo restando qui, osservando la reazione della gente, posso dire che l'Ucraina non si arrenderà mai, resisterà fino alla fine».

Ovviamente questo ragazzo è consapevole dei rischi che sta correndo ma tutto passa in secondo piano perchè, dice, bisogna guardare sempre al bene comune. «C'è bisogno di aiuti. La gente nella città di Leopoli, quella a me più vicina, è tanta, sono arrivati moltissimi profughi che vanno sfamati e va loro dato un alloggio. Quello che sto osservando è la crescita progressiva del dolore anestetizzato, un po' come se ci stessimo abituando tutti alla morte. E' il brutto della guerra. Me lo ha raccontato anche la mia vicina di casa, una signora ottantenne che si è fatta cinque anni di Siberia quando aveva appena 12 anni, fu deportata con il padre e il fratello. La sua famiglia era accusata di ospitare dei nazionalisti. Bastava per essere mandati al confine, in Siberia. Nel 1955, due anni dopo la morte di Stalin, ha potuto tornare in Ucraina e ha trovato la sua casa occupata dai russi. Lei mi ripete che non bisogna mai disperare, ma lavorare per trovare la luce, persino nel buio. Resistere è anche questo». 

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA