Papa Francesco avvia il Sinodo delle riforme, per 3 anni raccoglierà le domande della 'base' ma non è una convention

Domenica 10 Ottobre 2021 di Franca Giansoldati
Papa Francesco avvia il Sinodo delle riforme, per 3 anni raccoglierà le domande della 'base' ma non è una convention

Città del Vaticano - La mossa di Papa Francesco - arrivato all'ottavo anno del suo pontificato - per riformare la Chiesa passa attraverso il maxi Sinodo che si è aperto stamattina a San Pietro e che rispetto al passato si presenta differente perché utilizzerà anche consultazioni nazionali raccolte dalla base dei fedeli. E' la prima volta che un Sinodo, pur avviandosi in Vaticano, si svilupperà in modalità decentrata. 

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«La Parola di Dio orienta il Sinodo perché non sia una "convention" ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, un Parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito Santo» ha detto il Papa durante la messa che apre ufficialmente lavori sinodali che impegneranno la Chiesa nel mondo per tre anni.

Ascoltare la necessità dei fedeli e il rapporto con la fede significa aprire di fatto processi di revisione su materie delicatissime e oggi tabù come il ruolo delle donne e il sacerdozio, l'abolizione del celibato, la rappresentatività tra cento e periferia, il rapporto gerarchico, il nodo dei gay e del Catechismo della Chiesa cattolica, della  morale sessuale, e ancora la trasparenza nell'uso delle finanze.

Le consultazioni e il documento che verrà prodotto (di natura consultiva e non deliberativa) rappresenterà sicuramente un punto di svolta e difficilmente non se ne potrà tenere conto.

Papa Francesco ha incalzato l'assemblea dei fedeli e nella basilica di San Pietro sono risuonate domande urgenti: «Chiediamoci: nella Chiesa, come stiamo con l’ascolto? Come va “l’udito” del nostro cuore? Permettiamo alle persone di esprimersi, di camminare nella fede anche se hanno percorsi di vita difficili, di contribuire alla vita della comunità senza essere ostacolate, rifiutate o giudicate?»

Bergoglio si è poi soffermato sul concetto di discernimento: «L'incontro e l'ascolto reciproco non sono qualcosa di fine a se stesso, che lascia le cose come stanno. Al contrario, quando entriamo in dialogo, ci mettiamo in discussione, in cammino, e alla fine non siamo gli stessi di prima, siamo cambiati. Il Vangelo oggi ce lo mostra. Gesù intuisce che l'uomo che ha di fronte è buono e religioso e pratica i comandamenti, ma vuole condurlo oltre la semplice osservanza dei precetti. Nel dialogo, lo aiuta a discernere. Gli propone di guardarsi dentro, alla luce dell'amore con cui Egli stesso, fissandolo, lo ama, e di discernere in questa luce a che cosa il suo cuore è davvero attaccato. Per poi scoprire che il suo bene non è aggiungere altri atti religiosi, ma, al contrario, svuotarsi di sé: vendere ciò che occupa il suo cuore per fare spazio a Dio». 

E ancora. «Il Sinodo è un cammino di discernimento spirituale, che si fa nell'adorazione, nella preghiera, a contatto con la Parola di Dio. In questi giorni Gesù ci chiama, come fece con l'uomo ricco del Vangelo, a svuotarci, a liberarci di ciò che è mondano, e anche delle nostre chiusure e dei nostri modelli pastorali ripetitivi; a interrogarci su cosa ci vuole dire Dio in questo tempo e verso quale direzione vuole condurci. Cari fratelli e sorelle, buon cammino insieme! Che possiamo essere pellegrini innamorati del Vangelo, aperti alle sorprese dello Spirito». 

Il Papa, al termine dell'Angelus che reciterà a mezzogiorno, incontrerà un gruppo di persone di strada. Lo ha raccontato lui stesso durante l'omelia nella messa di apertura del Sinodo. «Dopo l'Angelus, riceverò persone di strada. C'è un gruppo di persone che le va ad ascoltare. Quanto è importante sapere ascoltare».

Ultimo aggiornamento: 19:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA