Papa Francesco accelera il Sinodo in Italia, ecco la road map per rinnovare la Chiesa

Giovedì 20 Maggio 2021 di Franca Giansoldati
Papa Francesco accelera il Sinodo in Italia, ecco la road map per rinnovare la Chiesa

Città del Vaticano – C'è voluto un lungo periodo di tira e molla e maldipancia interni all'episcopato ma alla fine la road map che voleva il Papa e che aveva incoraggiato il 10 novembre 2015 a Firenze si sta concretizzando. «Mi piace una Chiesa italiana inquieta», aveva detto Bergoglio, «sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti.

Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa». Lunedì prossimo il pontefice in persona aprirà l'assemblea episcopale generale per avviare un cammino sinodale.

In vista dell'appuntamento, in Vaticano è stato ricevuto stamattina il cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti. In parallelo un gruppo di associazioni si sono già mosse scrivendo una lettera ai vescovi per chiedere a gran voce che il percorso che si sta per aprire «sia il più aperto, inclusivo e partecipativo possibile, coinvolgendo non solo chi frequenta abitualmente le nostre parrocchie e associazioni, ma pure quanti, per diverse ragioni (anche di visione etica o teologica), sono stati messi ai margini o si sono allontanati dalle nostre strutture pastorali».

Sul tappeto ci sono tanti argomenti scottanti ma soprattutto l'obiettivo di come delineare un rinnovamento per la Chiesa italiana capace di renderla meno ingessata e più trasparente nei suoi processi interni di quanto sia stata finora. All'origine del cambio di passo si avverte il bisogno di rispondere alle sollecitazioni della società civile, al fatto che le chiese la domenica sono sempre più vuote, che la trasmissione della fede ai bambini non è così scontata (basta vedere il crollo dei battesimi), che le vocazioni sono al lumicino e i preti sono sempre di meno. Insomma, quello che si percepisce è come implementare la visione di una Chiesa da campo, meno strutturata e più movimentista di quanto non lo sia stata finora. 

Dall'omosessualità alla formazione del clero, dagli abusi, alla gestione delle finanze, dalla distanza sempre più percepita tra insegnamento della Chiesa e la vita delle persone. Serve anche una analisi sul perchè molti cattolici approvano de facto spinte xenofobe e antisolidali. 

A firmare la lettera aperta rivolta ai vescovi è un gruppo di realtà associative del mondo cattolico di stampo progressista: Adista; Costituzione Concilio e Cittadinanza. Per una rete tra cattolici e democratici (c3dem); Cammini di speranza; Centro interconfessionale per la pace (Cipax); Comunità cristiane di base (Cdb); Comunità di via Germanasca (Torino); Coordinamento teologhe italiane (Cti); Donne per la Chiesa; Il foglio; La tenda di Gionata; Noi siamo Chiesa; Pax Christi; Pretioperai; Progetto giovani cristiani lgbt+; 3VolteGenitori; Viandanti.

Le associazioni affermano che «bisogna affrontare almeno due questioni decisive». La prima è «la forma con cui i credenti vivono la fede insieme oggi», e quindi, tra l'altro, «l'organizzazione della comunità, la centralità della Parola, i ministeri ecclesiali, il ruolo delle donne, la visione della sessualità e la presenza delle persone lgbt, il rinnovamento delle modalità celebrative, la formazione del clero, gli abusi di potere, coscienza e sessuali sui più fragili, la trasparenza delle finanze e la gestione dei beni ecclesiastici». In secondo luogo, bisogna interrogarsi su «come la comunità ecclesiale può offrire un servizio significativo alla nostra società», quindi «la centralità di ultime e ultimi, il pluralismo religioso, la presenza delle comunità immigrate, il rapporto con la politica, la laicità dello Stato, l'impegno per la pace, la giustizia e l'integrità del creato, il dialogo ecumenico e inter-religioso». 

Il cammino sinodale italiano è «una grande opportunità, un vero kairós, per rimettere in movimento una comunità ecclesiale che da tempo nel nostro paese vive una situazione di stanchezza e di fatica a comunicare la fede in un mondo in continuo mutamento. Perciò siamo convinti che tale occasione vada colta con gioia e speranza, con coraggio e impegno, con spirito costruttivo e autocritico, con parresia e voglia di percorrere strade nuove, sotto la guida dello Spirito, e sentiamo urgente la necessità di contribuire fin da principio al cammino sinodale, che non può prescindere dall'apporto di tutte le componenti ecclesiali».

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