Salvini e il Papa, la reazione di Parolin dopo l'attacco diretto a Bergoglio. «Nemmeno il Pci nel 48 si spinse a tanto»

Lunedì 20 Maggio 2019 di Franca Giansoldati
Salvini e il Papa, la reazione di Parolin dopo l'attacco diretto a Bergoglio. «Nemmeno il Pci nel 48 si spinse a tanto»
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CITTÀ DEL VATICANO Il rosario in mano poteva pure essere digerito dai cattolici, magari con una dose di Maloox. Non di certo l'attacco diretto, frontale, inedito a Papa Francesco, finito suo malgrado nel tritacarne di questa sgangherata campagna elettorale. Quello sì che è stato percepito come un autentico colpo basso. Dalle gerarchie fino alle comunità di base.

LE SORPRESE
Il Papa si lascia fuori dalle dispute. Le brutte sorprese non erano però destinate ad esaurirsi con il comizio di Salvini, visto che il messaggio ostile nei confronti del pontificato in corso è stato ulteriormente amplificato dal tweet del ministro dell'Interno che annunciava urbi et orbi l'intenzione di consacrare la sua vita, la vittoria elettorale del suo partito (#26 maggio voto lega) e la salvezza dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria. Per chi frequenta le sacrestie quel bizzarro annuncio non poteva che essere letto come l'ennesimo affronto visto che andava a tirare in ballo la Madonna di Fatima e i suoi messaggi profetici.

In uno di questi la Vergine avvertiva la necessità di diffondere il messaggio cristiano per convertire il mondo, pena visioni terrificanti di dolore e disperazione. Nel 1941 la veggente Lucia spiegò a Pio XII che se non si fosse convertita la Russia al Cuore Immacolato gli errori ideologici del comunismo si sarebbero sparsi per il mondo, con guerre e persecuzioni per la Chiesa. (I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte).

LA PROFEZIA
Naturalmente quando si parla della consacrazione al Cuore di Maria la profezia si staglia immediatamente. I buoni di qua, i cattivi di là, con conseguenze nefaste per tutti. Un approccio elettorale del genere fanno notare in Vaticano - non si vedeva dal 1948, quando l'Italia fu chiamata ad una scelta di campo decisiva tra comunismo e atlantismo. Con un'unica differenza. Che le forze democratiche guidate da De Gasperi ma pure il fronte popolare di socialisti e comunisti nei comizi accesissimi che si tenevano nelle piazze delle città e dei paesini, non arrivarono mai a offendere e attaccare frontalmente il pontefice.
«Per Salvini il motto scherza con i fanti ma lascia stare i santi non ha alcun valore», affermano al di là del Tevere. Lo ha spiegato diplomaticamente più tardi anche il cardinale Parolin. «La politica partitica divide, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso». Già. Pericoloso. Alla Chiesa italiana non resta che evitare di andare allo scontro diretto, e amplificare un clima già teso.

I SEGNALI
I segnali in questi mesi sono stati continui e ciclicamente sono emersi davanti a problemi concreti. La defiscalizzazione, il tema delle paritarie, i tagli all'assistenza nel settore dell'immigrazione. Vaticano e Cei sanno bene che persino i vescovi non sono compatti tra di loro, che c'è una minoranza tormentata da dubbi e attraversata da incapacità di comprensione sulla linea migratoria portata avanti dal Papa. Anche l'elettorato cattolico del Nord fatica a comprendere l'insistente predicazione sui porti aperti. In provincia questo tema è avvertito come qualcosa che va a intaccare la solidità economica finora conosciuta.

Parolin che è veneto e conosce bene il quadro politico di quell'area ha cercato di dare segnali concilianti. La stessa cosa ha fatto il Papa durante la preghiera del Regina Coeli di ieri. E' sembrato persino rispondere (indirettamente) agli attacchi parlando della capacità di perdono dei cattolici. A braccio, fuori dal discorso, ha aggiunto: «Tutti abbiamo gente, non so se nemici, ma che non va d'accordo con noi, che sta dall'altra parte; o qualcuno ha gente che gli ha fatto del male. Sono capace di perdonarlo?». Porgere l'altra guancia però non sempre è facile. Nemmeno per il Papa.

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA