Covid, Sos della Chiesa: riapertura Bingo e bar con slot machine farà indebitare migliaia di famiglie

Lunedì 10 Maggio 2021 di Franca Giansoldati
Covid, Sos della Chiesa: riapertura Bingo e bar con slot machine farà indebitare migliaia di famiglie

Città del Vaticano – Allarme della Caritas: con la imminente riapertura delle strutture in cui è possibile effettuare il gioco d'azzardo – dalle sale Bingo ai bar che hanno all'interno apparecchi abilitati alle scommesse – si rischia seriamente di esporre decine di migliaia di famiglie al rischio di cadere nella rete dell'usura. L'effetto domino della ludopatia è micidiale ed è drammaticamente amplificato dalla crisi economica portata dal Covid. Il vescovo Ben Ambarus, direttore della Caritas diocesana di Roma, si è fatto portavoce di una richiesta diretta alla Regione Lazio a continuare ad applicare la legge regionale contro il gioco d'azzardo che prevede – attraverso un fondo anti-usura di 4,5 milioni di euro - una serie di misure contenitive per le famiglie indebitate, compreso la regolamentazione delle slot machine.

La norma approvata il 21 febbraio 2020 dovrebbe entrare in vigore a settembre prossimo. La Regione Lazio ha subito risposto che l'impegno verrà mantenuto. Intanto però il problema della ludopatia a livello nazionale è reale e drammatico.

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In uno studio diffuso stamattina dalla Caritas viene evidenziato che solo nelle 5 province del Lazio il volume di “gioco fisico” ha registrato nel 2019 il “picco” di consumo e di spesa, rispettivamente pari a 11 miliardi e 371 milioni e 1 miliardo e 998 milioni. Poi con la pandemia e con il lockdown e la chiusura di bar e tabaccherie i numeri sono scesi, portando ad un dimezzamento del gioco. Adesso il problema si ripropone amplificato con la riapertura e la crisi economica che morde ovunque. Il gioco d'azzardo è una tentazione fortissima fino a diventare un demone capace di far indebitare per forti cifre interi nuclei familiari. 

La Chiesa assieme alle famiglie dei giocatori patologici si è detta molto preoccupata, soprattutto «davanti al pressing dell'industria dell’azzardo per rilanciare, nel più breve tempo possibile, il consumo di gioco in tutte le città italiane».

«In particolare, temono che tali pressioni abbiano come intento quello di cancellare, o in subordine di differire di molti mesi, una norma che altrimenti entrerà in vigore nel Lazio alla fine del prossimo agosto per regolamentare e far cessare il funzionamento delle slot machine negli esercizi pubblici se localizzati entro 500 metri da uno o più luoghi sensibili” si legge nello studio.

Monsignor Ambarus in un webinar ha affermato che se la Regione Lazio modificasse la norma approvata dal Consiglio il 21 febbraio 2020, potrebbero esserci gravi riflessi sulla situazione sociale e economica locale.

Per le province del Lazio, gli “sportelli” di accesso al gioco d’azzardo nel territorio risultano essere a fine 2018 ben 10.142, per cumulativamente oltre 50 mila canali delle modalità con istallazione fisica e con vendita in locali. 

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