Ratzinger, l’invocazione della piazza «Benedetto santo subito». E i teologi sono già al lavoro

Il segretario alla tv tedesca: «Penso che presto ci sarà la richiesta ufficiale»

Mercoledì 4 Gennaio 2023 di Franca Giansoldati
Ratzinger, l’invocazione della piazza «Benedetto santo subito». E i teologi sono già al lavoro

Vox populi, vox dei. Suor Adelfriede, originaria di Stoccarda, ha appena recitato un rosario davanti alla salma del suo connazionale rendendogli omaggio. Ha un italiano rudimentale ma idee ben chiare in testa, mentre risponde di fretta guadagnando l’uscita dalla basilica. «Per me Ratzinger è vissuto e morto da santo e la Chiesa gli riconoscerà gli onori che la gente comune gli sta tributando». In piazza San Pietro un’altra suora di nome Angelina, interpellata da un altro giornalista, mostra pochi dubbi: «Spero di vederlo presto sugli altari.

Lo è stato veramente santo. Ricordo la sua bontà, la mitezza, l’amore per la Chiesa. A me ha dato tanto, anche per la mia missione. La mia fede si è rafforzata». 

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Anche la giornata di ieri è stata segnata dal massiccio flusso dei fedeli. Oltre 70 mila persone in due giorni, superando ogni immaginazione. La morte del vecchio teologo ha alimentato una catena non prevista tanto che il fenomeno non dà segni di flessione. Il serpentone umano continua a immettere gente in basilica, incanalandola nel percorso obbligato delle transenne e costringendo le forze dell’ordine a disposizioni supplementari per rafforzare i varchi dei controlli. Le previsioni per il funerale di domani sono un crescendo e il colpo d’occhio a Via della Conciliazione ricorda molto il funerale di Giovanni Paolo II, nel 2005. Ebbe enorme impatto emotivo e durante quelle esequie spuntò improvvisamente tra la folla, come un fungo cresciuto nottetempo, un cartello: “Santo Subito”, condensando così la richiesta presente nel cuore della gente semplice. Wojtyla venne beatificato e canonizzato a tempo di record e stavolta chissà se capiterà la stessa cosa per Joseph Ratzinger. Diversi cardinali si stanno già esprimendo a favore del riconoscimento del titolo di Dottore della Chiesa, condividendo l’idea che il cardinale Fernando Filoni – per primo - aveva esplicitato il giorno stesso della sua morte, come aveva raccontato il Messaggero. L’arcivescovo Georg Gaenswein, segretario personale di Ratzinger, ha confermato che potrebbero esserci presto richieste per beatificare Benedetto XVI a breve. Alla tv cattolica EWTN ha ammesso che si tratta di una tappa scontata: «Penso che si andrà in quella direzione». Tutto dipenderà forse dai tempi che la Chiesa di Papa Francesco vorrà dare al riconoscimento della venerazione del pontefice bavarese. Per Giovanni Paolo II le cose andarono in modo spedito, forse un po’ troppo. Sull’onda dell’impatto emotivo di quei funerali globali, fu Benedetto XVI a dare l’autorizzazione ad abbreviare l’iter normalmente previsto, tanto che venne beatificato nel 2011 dopo solo sei anni dalla scomparsa e fatto santo nel 2014. 

 

IL NODO DEI TEMPI 

Una velocità che oggi all’interno del Collegio cardinalizio non tutti vorrebbero ripetere. Chi storce il naso fa notare che sarebbe meglio lasciar passare un lasso di tempo più ampio, in modo da evitare che possa accadere quello che sta affiorando sul pontificato di San Giovanni Paolo II. Il riferimento implicito riguarda la copertura agli abusi e alla gestione di casi abnormi come quello di padre Macial Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, un criminale di origine messicana che violentò decine di minori affidati alle sue cure. In Polonia un giornalista, Marcin Gutowski, attraverso indagini ha dimostrato come Giovanni Paolo II fosse a conoscenza di quell’inferno benché non vi avesse creduto. 

Il rischio che potrebbe riproporsi per Ratzinger potrebbe indurre Papa Francesco a prendere tempo. Nel frattempo dalla Germania il tribunale di Monaco ha confermato che continuerà il processo per accertare se effettivamente negli anni Ottanta l’allora arcivescovo era a conoscenza degli spostamenti di un prete abusatore seriale. Un noto canonista, monsignor Giuseppe Sciacca ha studiato la questione della infallibilità papale arrivando alla conclusione che quando un Papa proclama un nuovo santo, estendendone il culto a tutta la Chiesa, «non dovrebbe considerarsi infallibile secondo i criteri per l’infallibilità che troviamo definiti nella costituzione dogmatica “Pastor aeternus del Concilio Vaticano I». Come dire che è anche possibile prendere qualche cantonata. In attesa di capire se il sentimento popolare racchiuso nella formula del “Santo Subito” per Ratzinger verrà accolto dalla Chiesa, il Vaticano si sta impegnando a realizzare un funerale impeccabile. E in tutta la Germania le campane di ogni campanile suoneranno unite: “Auf Wiedersehen caro Joseph”.
 

Ultimo aggiornamento: 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA