Ratzinger, l'omaggio soft di Bergoglio: «Grati alla sua dedizione»

Niente bandiere a mezz’asta, alla fine il Papa va via prima della tumulazione (Foto: Vatican Media)

Venerdì 6 Gennaio 2023 di Franca Giansoldati
Ratzinger, l'omaggio soft di Bergoglio: «Grati alla sua dedizione»

CITTÀ DEL VATICANO - Al passaggio della bara portata a spalla il pesante tendone di velluto color cremisi è calato come un sipario. Le porte di San Pietro si sono richiuse mentre la processione funebre veniva inghiottita all’interno della basilica. Di lì a poco le spoglie di Joseph Ratzinger venivano collocate nel sepolcro di marmo che aveva ospitato anche San Giovanni Paolo II prima della sua canonizzazione. 

Papa Francesco non ha voluto accompagnare l’ultimo tratto terreno del predecessore.

E’ salito veloce a bordo della sua vettura per fare ritorno a Santa Marta a sbrigare le altre faccende della giornata, lasciando l’incombenza della tumulazione al cardinale Giovanni Battista Re, il quale, nelle Grotte Vaticane assieme ad un ristretto numero di dignitari ha osservato che le procedure venissero eseguite perfettamente: la sigillatura della bara di zinco, la sistemazione del feretro e la definizione della pesante lastra di marmo bianca. 

INIZIO
L’orologio grande sulla basilica segnava le 10,56. In Vaticano, ieri mattina, erano in molti a scommettere che il pontificato di Francesco da ora in poi sarà meno condizionato di quanto non fosse prima, e potrà procedendo più speditamente sulla via delle riforme visto che non c’è più la presenza del Papa Emerito sul colle vaticano ad esercitare influenza su quella fetta della Chiesa più conservatrice e meno incline alle trasformazioni e ai mutamenti della dottrina. 

Il funerale più strambo della storia della Chiesa contemporanea avrebbe dovuto avere un protocollo davvero solenne ed essere accompagnato dal lutto vaticano, ma visto che Ratzinger non era più regnante non c’erano nemmeno le bandiere bianche e gialle a mezz’asta. Così come non c’era il picchetto di Guardie Svizzere accanto alla bara, e i gentiluomini che la portavano in spalla non avevano il frac. Solo il Decano di Sala indossava l’uniforme di gala. 

In compenso però la gente comune – che certamente non bada ai protocolli – ha tributato il massimo degli onori al Papa tedesco, sfilando in modo massiccio per salutarlo. Nei giorni precedenti un flusso di oltre duecentomila persone ha spiazzato il Vaticano, costringendo le autorità a ritocchi continui alla cerimonia che alla fine è risultata uno strano ibrido. La folla in piazza ha applaudito a lungo, scandito reiteratamente l’auspicio di vedere presto Ratzinger santo, esibendo con orgoglio una fede sentita. L’omelia di Papa Francesco è stata stringata ma in quattro punti fa riferimento alle encicliche del predecessore. «Benedetto, fedele amico di Gesù, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce! Siamo grati alla sua dedizione» 

La riflessione si muove su due binari. La prima parte è costruita su un affresco potente: «Affidiamo il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita». La seconda è dedicata alle ultime parole pronunciate sulla da Cristo sulla Croce: «il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore».

SEGNI
La messa funebre è iniziata avvolta nella nebbia. Il Cupolone ieri mattina non si vedeva proprio. Solo la facciata si scorgeva a malapena. Se il giorno della rinuncia di Benedetto XVI, l’11 febbraio 2013, un fulmine si era scaricato sulla croce della cupola michelangiolesca - un’altra immagine potentissima, quasi simbolica – segnando l’addio a Ratzinger, stavolta è la nebbia ad avere suggestivamente offerto interpretazioni sulla giornata. Quasi fosse una metafora della Chiesa.

In diversi momenti la piazza è però esplosa in un applauso corale, soprattutto quando Papa Francesco in piedi ha chinato il capo per rendere omaggio al vecchio teologo bavarese portandosi una mano sul cuore, con lo sguardo chino e mesto. Ma se da più parti la folla ha urlato «Santo Subito», il presidente dei vescovi tedeschi, Georg Baetzing, esponente dell’ala progressista e grande sostenitore del vento di riforme, non ha esitato a tirare subito il freno a mano. «Meglio aspettare cinque anni e poi si vedrà».

 

 
 

Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA