Città del Vaticano - Nel 2016, nella cittadina francese di Rouen, il parroco molto amato dagli ultimi, Jacques Hamel, veniva sgozzato sull'altare della sua chiesa mentre celebrava la messa, da due estremisti islamici appartenenti al Daesh.
Aperta la beatificazione di padre Jacques, ucciso dall'Isis a Rouen l'anno scorso
A sei anni da quell'ignobile attentato che scosse la Francia e l'Europa, il processo costituisce l'opportunita' di comprendere meglio la dinamica dei fatti e le responsabilita' di quanto accaduto. I due giovani assalitori vennero uccisi dalla polizia, ma quattro uomini sono indicati come complici e compariranno alla sbarra per «associazione criminale terrorista».
Si tratta di Jean-Philippe Jean Louis, Farid Khelil e Yassine Sebaihia. Tutti rischiano fino a trent'anni di carcere, mentre il presunto istigatore dell'attentato, Rachid Kassim, probabilmente morto, verra' processato in contumacia. Padre Hamel, 85 anni, venne ucciso il 26 luglio, in condizioni ignobili, alla fine della messa.
Prima di venire ucciso fu costretto ad inginocchiarsi. Le sue ultime parole furono: «Vattene, Satana! Lontano da me, Satana». Poco dopo l'assassinio, Papa Francesco ha voluto aprire il processo di beatificazione, in quanto «martire, e tutti i martiri sono Beati», aveva detto nell'omelia della messa di suffragio celebrata a Casa Santa Marta il 14 settembre 2016, alla presenza dei familiari di padre Hamel e dei pellegrini giunti dalla Normandia insieme al vescovo di Rouen, monsignor Dominique Lebrun.
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