Città del Vaticano - Bufera su una diocesi polacca per la richiesta choc avanzata al Tribunale, durante il processo ad un prete pedofilo, di ammettere il parere di un esperto in grado di definire l'orientamento sessuale del querelante, vittima di molestie da quando era un chierichetto. La richiesta di un parere simile è stata motivata per determinare se la vittima (che oggi ha 48 anni) durante gli abusi «avesse o meno mostrato soddisfazione nel mantenere una relazione intima con il reverendo Jan W.» e «se ha tratto beneficio materiale nel mantenere una relazione sessuale con il religioso».
Papa Francesco, stretta anti-Covid in Vaticano: multe fino a 1.500 euro a chi non porta la Ffp2
Vaticano, sempre più vescovi e cardinali trascinati in tribunale a rispondere dei preti pedofili
Le critiche alla richiesta della diocesi
I vescovi cattolici della Polonia, hanno riferito i mass media polacchi, hanno fortemente criticato la diocesi e l'impostazione della difesa poiché in questi casi è sempre necessaria la sensibilità umana.
«La questione dell'orientamento sessuale o il modo in cui un bambino reagisce emotivamente a un reato di abuso sessuale non può costituire un argomento contro la persona ferita e diminuire la responsabilità del colpevole», ha fatto sapere la conferenza episcopale. «Deve essere chiaro a tutti che un bambino non è mai responsabile della violenza subita».
«Devastante declino nella pratica religiosa»
L'arcivescovo Wojciech Polak, primate della Polonia, ha affermato di recente che la Chiesa polacca è affetta da un «devastante» declino nella pratica religiosa tra i giovani polacchi. A suo parere alla base del fallimento c'è proprio l'atteggiamento della gerarchia cattolica nell'affrontare gli abusi. Per anni le vittime sono state colpevolizzate, non accolte, né ascoltate.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout