Emanuela Orlandi, Pignatone si difende dalle accuse di aver ostacolato le indagini quando era in Procura

Mercoledì 1 Marzo 2023
Emanuela Orlandi, Pignatone si difende dalle accuse di aver ostacolato le indagini quando era in Procura

Accusato direttamente dal fratello di Emanuela Orlandi - Pietro - di avere ostacolato le indagini quando era Procuratore della Repubblica di Roma, l'ex capo dei pm Giuseppe Pignatone – oggi presidente del tribunale vaticano – si difende.

Nessun ostacolò le indagini. Quanto alla presunta «trattativa» con emissari d'Oltretevere non ricevette mai notizie di sorta dall'allora procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare del fascicolo della giovane cittadina vaticana scomparsa nel 1983 e da allora al centro di una intricata quanto opaca spy story. 

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Pignatone torna a ribadire la sua posizione in relazione alla vicenda giudiziaria sulla ragazza scomparsa a Roma nel giugno di quarant'anni fa. Le sue parole arrivano a poche ore dalle polemiche sorte intorno all'istituzione di una commissione Bicamerale di inchiesta sulla vicenda. «Io non ho mai ostacolato in alcun modo nessuna attività di indagine disposta dal dottor Capaldo o dalle altre colleghe. Non ho mai avocato il procedimento relativo alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Dopo il mio arrivo da procuratore a Roma, Capaldo ha continuato per oltre tre anni a dirigere le indagini sulla scomparsa della Orlandi, sentendo personalmente testimoni e indagati, disponendo intercettazioni e attività di polizia giudiziaria e nominando consulenti». 

Capaldo «ha anche disposto e coordinato, intervenendo sul posto, le attività per la rimozione della salma di Enrico De Pedis dalla tomba nella Basilica di Sant'Apollinare e i successivi scavi nella cripta che hanno portato al rinvenimento di alcuni scheletri e di numerosissimi frammenti ossei non riconducibili però alla Orlandi». 

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In merito ai presunti contatti intercorsi tra il Vaticano e Capaldo, Pignatone ripete quanto già evidenziato nel dicembre del 2021. «Non ho mai saputo nulla delle asserite interlocuzioni di Capaldo con 'emissarì del Vaticano. Capaldo non ha mai detto nulla in proposito, come invece avrebbe dovuto, nè alle colleghe titolari, insieme a lui, del procedimento nè a me, che pure, dopo avere assunto l'incarico di Procuratore della Repubblica (19 marzo 2012), gli avevo chiesto di essere informato dettagliatamente del 'caso Orlandi». Solo dopo essere andato in pensione, afferma Pignatone, Capaldo ha riferito in libri e interviste delle sue asserite interlocuzioni con emissari del Vaticano aggiungendo che «la circostanza della sepoltura di De Pedis nella Basilica di S.Apollinare non fu scoperta nel 2012 grazie ad un anonimo, come talvolta si afferma così da ricollegarla temporalmente alle asserite 'trattativè. Essa, infatti, era nota fin dal 1997 ed era stata oggetto di articoli di stampa e di polemiche».

Pietro Orlandi invece, a proposito dei tempi per la commissione parlamentare, ha confidato di avere «trovato la volontà di andare avanti» riferendosi agli incontri avuti con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. «A differenza di tanti anni fa, quando tutti facevano un passo indietro quando sentivano la parola Vaticano, ho valutato una volontà di non sottostare ai suoi diktat», ha aggiunto Pietro Orlandi. 

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