Abusi, la strada in salita della Cei per arrivare alla trasparenza

Venerdì 15 Febbraio 2019 di Franca Giansoldati
Abusi, la strada in salita della Cei per arrivare alla trasparenza
Città del Vaticano – La raccomandazione che il Papa aveva affidato a tutte le conferenze episcopali del mondo era di incontrare le vittime della pedofilia prima del summit di fine febbraio sugli abusi. I vescovi italiani (che sul terreno della pedofilia – a detta di tanti esperti interni - sono in evidente ritardo), avranno un incontro con le vittime solo a marzo. Prima del summit non è stato possibile, anche se il presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti ha personalmente ricevuto due vittime – tra cui una minorenne - alcuni giorni fa.

Uno scarno comunicato è stato diffuso dalla Cei per notificare l'impegno preso con il pontefice, ma senza fornire ulteriori dettagli. Per esempio sullo status dei preti che hanno abusato di queste due vittime, se nel frattempo sono stati ridotti allo stato laicale, se stanno scontando la pena in un carcere oppure no (perché c'è stato in parallelo anche un processo civile nei tribunali italiani), se i vescovi delle diocesi nelle quali sono avvenute le violenze (quali?) hanno collaborato (e in che modo) con la polizia o la magistratura italiana, e se le denunce canoniche sono partite subito o se hanno avuto percorsi difficili all'interno delle strutture ecclesiali prima di arrivare alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Insomma, informazioni basilari che nel comunicato della Cei mancavano totalmente. Finora la mentalità che generalmente ha prevalso nella Chiesa italiana davanti ai casi di pedofilia è stata di proteggere più il buon nome delle istituzioni che non le vittime stesse. La speranza è che il summit di fine gennaio possa davvero costituire un passaggio indispensabile per arrivare alla trasparenza e al rispetto delle persone che hanno tanto sofferto.

Il cardinale Gualtiero Bassetti, sull'incontro, ha spiegato: «nell’ascoltare il dolore di queste persone mi sono confermato sul percorso di plagio e, quindi, di abuso di potere che soggiace e prepara quello a carattere sessuale». Da qui l’invito ai vescovi ad «essere rigorosi nella selezione dei candidati al ministero, avvalendoci dell’apporto delle scienze umane». «Meglio avere meno preti e religiosi – spiega il presidente Cei -  che rischiare la vita di un minore».

Nella riunione dello scorso 8 febbraio, la Presidenza Cei ha nominato, per i prossimi 5 anni, i membri del Consiglio di Presidenza del Servizio Nazionale per la tutela dei minori: Emanuela Vinai (coordinatrice), Carlo Acquaviva, padre Amedeo Cencini, Anna Deodato, don Gianluca Marchetti, padre Luigi Sabbarese, don Gottfried Ugolini. Il Consiglio è presieduto da monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia.
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