Il cardinale Pell chiede che il Papa garantisca al cardinale Becciu un processo giusto

Mercoledì 29 Settembre 2021 di Franca Giansoldati
Il cardinale Pell chiede che il Papa garantisca al cardinale Becciu un processo giusto

Città del Vaticano – Il cardinale George Pell, già tenace avversario in curia del cardinale Angelo Becciu, per la prima volta rompe il silenzio sul processo in corso in Vaticano e spezza una lancia a favore del suo ex nemico chiedendo al Papa la possibilità per gli imputati di avere un processo giusto.

Di fatto sollevando così una questione pendente e ancora irrisolta legata al diritto alla difesa, visto che i Promotori di Giustizia (una sorta di pm) si sono rifiutati di adempiere agli obblighi richiesti dal presidente del Tribunale di depositare entro il 10 agosto la cosiddetta 'prova regina' (il video di monsignor Perlasca, inizialmente imputato e poi inserito nella fattispecie dei pentiti). 

«Io, condannato ingiustamente da giurati che mai hanno visto una Messa, dico che Angelo Becciu ha diritto a un giusto processo, e quello al quale Becciu viene sottoposto rappresenta 'un momento importante'» ha detto ad Avvenire, il cardinal George Pell, uomo chiamato a suo tempo a fare chiarezza nelle finanze vaticane ma poi giudicato colpevole di abusi in Australia, nel dicembre del 2018, con una condanna a sei anni confermata in appello. 

Successivamente ha trascorso 404 giorni in prigione, fino al 7 aprile 2020 quando e' stato prosciolto dalla Corte Suprema australiana. «Forse alla mia condanna in prima e seconda istanza ha contribuito il fatto che giudici e giurati non hanno mai partecipato a una Messa cattolica e credono davvero che le chiese e anche le sacrestie siano dei luoghi bui e disabitati in cui si puo' commettere ogni abominio», ha detto il porporato nell'intervista. «Credo di essere stato preso di mira per la mia difesa della tradizionale visione giudeo-cristiana su famiglia, vita, sessualita'. Il fattore decisivo comunque e' stata la crisi degli abusi».


 

Il prossimo 5 ottobre si svolgerà in Vaticano la seconda udienza al processo sul famoso immobile di Londra. Tra i dieci imputati anche il cardinale Becciu. In quella occasione il presidente del Tribunale, Pignatone dovrà esprimersi sul rifiuto manifestato dal Promotore di Giustizia di dare modo alle difese di prendere visione del video che ha fatto partire tutta l'inchiesta. Un passaggio fondamentale per garantire un processo giusto secondo, proprio come chiede anche l'Europa e anche i valutatori di Moneyval che da tempo tiene sotto osservazione i meccanismi di riforma statale promossi dal Vaticano per adeguarsi agli standard europei.
 

Nella prima udienza era emersa l'anomalia di quattro rescripta firmati da Papa Francesco a favore dei Promotori di Giustizia. COn questi decreti ad personam il pontefice aveva di fatto assegnato ai promotori di giustizia la possibilità di agire in deroga alle leggi in vigore. 

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