Elon Musk porta nello spazio il libro di Papa Francesco sulla pace: potremo captare i messaggi del satellite italiano. Così si manda il proprio nome in orbita

Coinvolte l'Agenzia Spaziale Italiana, il Cnr e l'azienda D-Orbit: sarà possibile far scrivere il proprio nome su un chip che volerà in orbita

Lunedì 27 Marzo 2023 di Franca Giansoldati e Paolo Ricci Bitti
Papa Francesco, un satellite (italiano) che trasmette dallo spazio le parole di Bergoglio sulla pace

Generalmente spedire nello spazio un chilogrammo di carico utile, secondo le tabelle medie reperibili sul web, costa da 5 mila a 10 mila dollari: stavolta però è stata fatta una eccezione per il progetto di Papa Francesco di far ascoltare la sua voce di speranza anche dallo spazio.

«La Santa Sede ha chiesto all'Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad individuare e realizzare una soluzione che consentisse alle parole del Papa di oltrepassare i confini terrestri». L'Agenzia Spaziale Italiana, il Cnr e l'azienda D-Orbit specializzata in logistica spaziale hanno reso possibile questo piano. Sul cubesat  Spei Satelles sarà ospitato un nanolibro realizzato dal Cnr con le parole di Bergoglio che verranno trasmesse e captate dai radioamatori di tutto il mondo.

E anche on line si potrà seguire l'attività del satellite.

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Il satellite

Il pensiero di Francesco è contenuto in una fetta di silicio sottilissima e incisa con forellini di dimensioni nanometriche (un millesimo di diametro di capello), per un totale di 6 milioni di piccoli forellini capaci di contenere i dati del libro che venne realizzato dal Papa durante la pandemia il 27 marzo di due anni fa. A coordinare questo lavoro è stato lo scienziato Andrea Notargiacomo del Cnr. 

Il 10 giugno prossimo questo materiale, il cui ingombro è paragonabile a una scatola da scarpe -  sarà 'ospitato' su un piccolo satellite - Spei Satelles. Viaggerà a bordo di un razzo Falcon 9 di Space X di Elon Musk con un lancio previsto dalla storica base di Vandenberg, in California, negli Usa.

Chissà se il tycoon sudafricano-canadese sa se un suo razzo trasporterà un carico benedetto: proprio nel luglio dell'anno scorso Elon Musk andò in visita, a sorpresa, a Santa Marta con quattro figli per incontrare Papa Francesco. 

Il CubeSat

Il CubeSat - in volo con il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabili - è ospitato sulla piattaforma ION SCV-011ION, il carrier satellitare sviluppato, realizzato e gestito dall'azienda italiana D-Orbit, che effettua servizi di lancio e rilascio in orbita. 

Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi di Papa Bergoglio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi dallo spazio verranno diffusi in tre lingue: italiano, inglese e spagnolo. Papa Francesco mercoledì 29 marzo, al termine dell'Udienza Generale, benedirà sia il satellite Spei Satelles che il nanobook prima del suo trasferimento negli Usa per le ultime verifiche tecniche pre-lancio. 

I messaggi dell'uomo nello spazio

La prima volta che l'uomo inviò messaggi nello spazio risale al 1972 quando un disegno venne inciso su una placca di alluminio dorato applicata alla sonda della nasa americana Pioneer 10, diretta verso Giove, per comunicare notizie sull'umanità: un'iniziativa dell'astronomo americano Carl  Sagan su iniziativa del giornalista inglese Eric Burgess. Ora la sonda, silente dal 2003, è in viaggio ad almeno 23 miliardi di chilometri dalla Terra: fa rotta verso la stella Aldebaran distante 65 anni luce. Il minilibro di Papa Francesco resterà più a portata di mano, in orbita a 525 chilometri di quota, poco più di 100 sopra quella della stazione spaziale internazionale.

  

La storia di Spei Satelles

 

Per mettere in orbita questo micro-manufatto, l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico di Torino hanno lavorato in stretta sinergia. I giovani dell’ateneo torinese, guidati dalla professoressa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un CubeSat 3U SpeiSat che potesse ospitare e custodire il nanobook. L’Agenzia Spaziale Italiana presieduta da Giorgio Saccoccia ha reso possibile il suo lancio e la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un’altitudine di circa 525 chilometri

La missione è stata pensata anche per attivare coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso questo sito  non solo è possibile seguire l’evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un’opera di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno - scrobo la Santa Sede e l'Asi - così può diventare seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita.

Il logo della missione spaziale richiama tutti questi aspetti. È stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia Iusve guidati da Marco Sanavio. Il logo richiama innanzitutto le iniziali di Spei Satelles, il Custode della Speranza in lingua latina. Le due lettere “S”, disposte in maniera speculare, indicano la complementarità di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e “cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del satellite attorno al nostro pianeta. Un'altra traccia orbitale più esterna, tratteggiata, composta da 59 linee tante quante i grani del rosario, unisce tre forme, a rappresentare le tre grandi realtà presenti in Piazza S. Pietro la sera del 27 marzo 2020:

• la croce (nel logo con i lati ricurvi quasi a rappresentare una stella), elemento più grande e importante dei tre, che indica la presenza di Cristo Salvatore, che richiama sia la Croce di San Marcello che l’Ostensorio contente l’Eucarestia con la quale Papa Francesco ha benedetto l’umanità nella piazza vuota;

• la stella a 12 punte, a rappresentare la presenza della Vergine Maria, invocata come Salus Populi Romani;

• il triangolo più piccolo richiama la figura del Santo Padre mentre sale i gradini del sagrato della Piazza.

I tre puntini che compaiono a scavalco della traccia orbitale più esterna sono segno della presenza della Trinità, come pure il triplice annuncio della passione, morte e risurrezione nei vangeli sinottici, messaggio che dona speranza all’umanità.

Elementi tecnici e di senso, tecnologia e narrazione sono stati tra loro coordinati e tenuti insieme grazie al lavoro dell’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino guidato da don Luca Peyron.

L'Agenzia spaziale italiana

Il Presidente Giorgio Saccoccia sottolinea che: “La Santa Sede ha chiesto all’Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad individuare e realizzare, grazie alla tecnologia spaziale, una soluzione che consentisse alle parole di speranza del Santo Padre di oltrepassare i confini terrestri e di raggiungere dallo spazio il maggior numero possibile di donne e di uomini sul nostro pianeta affannato. Per chi, come noi, è abituato a vedere nello spazio il luogo privilegiato dal quale osservare il mondo e comunicare con esso senza confini, è stato semplice immaginare una soluzione rapida, umile ed efficace per offrire ali al messaggio del Santo Padre. È nato così Spei Satelles, concepito in maniera da essere realizzato e gestito dai giovani, i primi destinatari del messaggio di fiducia che Papa Francesco volle offrire al mondo il 27 marzo del 2020. Un connubio tra fede e tecnologia per nutrire la speranza in un futuro migliore”.

Il politecnico di Torino

Il rettore Guido Saracco del Politecnico di Torino: “Il programma Spei Satelles, con la progettazione e costruzione del satellite e con il controllo missione successivo, rappresenta un'occasione straordinaria per il nostro ateneo, soprattutto per i nostri studenti e ricercatori guidati dalla professoressa Sabrina Corpino. I nostri giovani hanno potuto misurarsi con una sfida tecnica e scientifica non facile in un quadro valoriale che rappresenta una sfida umana e culturale decisiva. Il messaggio che il Politecnico accoglie e rilancia con questo progetto è che scienza e tecnica possono e debbono essere uniti in alleanza come portatori di un messaggio di speranza e di pace per il mondo intero. Tutti abbiamo in mente il 27 di marzo del 2020 e cosa stavamo vivendo. I nostri giovani hanno costruito un artefatto tecnologico che, a partire da quel momento iconico, parlerà al mondo e permetterà ad ogni persona di essere protagonista di speranza e fratellanza universali insieme a Papa Francesco”.

La Diocesi di Torino

L’arcivescovo metropolita di Torino, monsignor Roberto Repole, sottolinea che: “Abbiamo tutti bisogno di speranza, in modo particolare i giovani. Custodire la speranza è la missione di questo satellite progettato e costruito da giovani, raccontato nel logo missione da giovani, abitato, speriamo, da molti giovani che vorranno salire a bordo con il Papa attraverso il sito impegnandosi così a seminare speranza e fraternità là dove abitano. Siamo lieti di aver contribuito con la pastorale universitaria e l’apostolato digitale della nostra Diocesi a far sì che una intuizione di Papa Francesco si potesse concretizzare a testimonianza tanto della comunione ecclesiale quanto del desiderio dei credenti di entrare sempre più in dialogo con il mondo soprattutto nell’ambito della scienza e della tecnica”

Il Cnr

La presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza ha dichiarato: “Oggi la scienza dell’infinitamente piccolo ci mette davanti a un progresso enorme: la capacità di miniaturizzare il nostro sapere facendolo viaggiare attraverso il tempo e lo spazio. La ricerca scientifica accompagna il cammino dell’uomo individuando soluzioni per migliorare la qualità della vita, il benessere delle società, la salute del pianeta. Ma è anche uno strumento di dialogo grazie al quale abbattere barriere e costruire speranza: un aspetto, questo, particolarmente importante nel momento di conflitto che stiamo attraversando”.

Lo Iusve

Il direttore dello Iusve, don Nicola Giacopini ha affermato: “Siamo grati e quasi increduli di essere stati coinvolti così da vicino in questa esperienza che unisce la terra al cielo. I nostri giovani studenti e laureati in Comunicazione hanno potuto cimentarsi nell’elaborazione del logo e nella narrazione della missione Spei Satelles. Nella nostra didattica operiamo tutti i giorni mediante la comunicazione simbolica, propria anche del linguaggio religioso, per rendere i messaggi che desideriamo trasmettere accessibili e il più universali possibili”.

Ultimo aggiornamento: 19:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA