Papa Francesco: «I bambini abusati sono come condannati a morte»

Giovedì 4 Novembre 2021 di Franca Giansoldati
Papa Francesco: «I bambini abusati sono come condannati a morte»

Città del Vaticano – I bambini abusati, violentati, molestati sono bambini «condannati a morte».

Papa Francesco usa una immagine cruda, quasi brutale che però trova supporto negli ultimi studi scientifici sugli effetti a lungo termine sull'equilibrio psico-fisico dei ragazzini in crescita. In passato il pontefice ha avuto parole di condanna senza appello e aveva parlato di vittime dei nuovi Erode, di vittime di omicidio psicologico, di innocenti condannati ad una vita ingabbiata dal trauma e dal dolore. Stavolta ritorna sull'argomento in occasione di un convegno intitolato: “Promuovere child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre”, organizzato dalla Comunità Giovanni XXIII con l’Azione Cattolica e il Centro Sportivo in collaborazione con l’Università di Bologna.

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«Se l’abuso è un atto di tradimento della fiducia, che condanna a morte chi lo subisce e genera crepe profonde nel contesto in cui avviene, la prevenzione dev’essere un percorso permanente di promozione di una sempre rinnovata e certa affidabilità verso la vita e il futuro, su cui i minori devono poter contare. E questo noi, come adulti, siamo chiamati a garantire loro, riscoprendo la vocazione di “artigiani dell’educare” e sforzandoci di esservi fedeli. Ciò significa favorire l’espressione dei talenti di coloro che accompagniamo; rispettarne i tempi, la libertà e la dignità; contrastare con ogni mezzo le tentazioni del sedurre e dell’indurre, che solo in apparenza possono facilitare le relazioni con le giovani generazioni» dice il Papa, incoraggiando la lotta alla pedofilia. 

Un capitolo a parte, secondo il pontefice, merita anche la prevenzione fatta direttamente sui ragazzi, insegnando loro a capire e individuare i segnali di potenziale pericolo davanti ad adulti, educatori, allenatori, preti pedofili. «Il contributo dei giovani, poi, sarà prezioso nel riconoscere le situazioni a rischio e nel richiamare con coraggio tutta la comunità alla sua responsabilità nella salvaguardia dei minori, a rivedere il modo di relazionarsi con le giovani generazioni, perché si torni ad assicurare loro la bellezza di incontrarsi, dialogare, giocare e sognare». 

Infine il messaggio contiene anche un appello alle tante realtà della Chiesa che sono a stretto contatto con l'infanzia e l'adolescenza. «Come associazioni laicali vi esorto a perseverare in questa azione di formazione alla corresponsabilità, al dialogo e alla trasparenza. La tutela dei minori sia sempre più concretamente una priorità ordinaria nell’azione educativa della Chiesa; sia promozione di un servizio aperto, affidabile e autorevole, in contrasto fermo ad ogni forma di dominio, di sfregio dell’intimità e di silenzio complice».

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