Papa Francesco ad Assisi per ascoltare i poveri e tuona contro le violenze sui bambini e le donne

Venerdì 12 Novembre 2021 di Franca Giansoldati
Il Papa arriva ad Assisi accolto dalla sindaca

Assisi – «E' tempo che cessino le violenze sui bambini».

Papa Francesco torna da pellegrino nella città del Poverello e nella basilica degli Angeli ascolta commosso la testimonianza di diversi poveri arrivati da tante parti d'Europa alla vigilia della Giornata Mondiale del Povero che si celebrerà domenica a San Pietro. C'è un senzatetto polacco che ripercorre la sua vita di stenti, un ex detenuto spagnolo che piangendo confessa crimini e violenze prima della sua redenzione grazie ad un parroco di Toledo. Poi nella basilica risuonano le parole drammatiche di un ateo francese divenuto cristiano schiudendosi alla speranza, quelle di un padre afghano fuggito ai talebani mentre in patria ha lasciato quattro figli ora in pericolo. Molti ascoltano e non riescono a trattenere le lacrime. E poi si susseguono altre testimonianze durissime: dalla Romania, una donna ammalata riuscita a crescere i figli nonostante la malattia e gli stenti grazie alla Caritas dell'Umbria. 

Eppure sulla giornata del Papa ad Assisi incombe la notizia devastante dell'arresto del sacerdote campano che dirige la Caritas di Benevento, don Nicola de Blasio, nell'ambito di una maxi inchiesta di contrasto alla pedopornografia on line che ha portato all'esecuzione di 26 decreti di perquisizione. 

Papa Francesco quando è il suo turno per parlare rivolge un lungo discorso che fa leva sulla forza del Vangelo al riscatto in ogni ambito. «È tempo che si torni a scandalizzarsi davanti alla realtà di bambini affamati, ridotti in schiavitù, sballottati dalle acque in preda al naufragio, vittime innocenti di ogni sorta di violenza. È tempo che cessino le violenze sulle donne e queste siano rispettate e non trattate come merce di scambio. È tempo che si spezzi il cerchio dell’indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell’incontro e del dialogo». 

Poi continua: «È tempo invece che ai poveri sia restituita la parola, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. È tempo che si aprano gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza in cui tante famiglie vivono. È tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro» sottolinea condannando coloro che vedono i poveri con fastidio. «A volte si sente dire che i responsabili della povertà sono i poveri! Pur di non compiere un serio esame di coscienza sui propri atti, sull’ingiustizia di alcune leggi e provvedimenti economici, sull’ipocrisia di chi vuole arricchirsi a dismisura, si getta la colpa sulle spalle dei più deboli». 

In chiesa, ad accompagnare un gruppo di poveri francesi, c'è il cardinale Barbarin al quale il Papa rivolge un plauso per avere reagito alle accuse di insabbiamento di casi di pedofilia in Francia con «il silenzio e la preghiera». 

L'anno scorso il tribunale civile di Lione aveva assolto in appello il cardinale Barbarin, ex arcivescovo di Lione dalla condanna di primo grado per «non aver denunciato» il prete pedofilo Bernard Preynat appartenente alla sua diocesi (ora agli arresti con una condanna di cinque anni). L'anno precedente il tribunale correzionale lionese aveva condannato a sei mesi Barbarin, con la condizionale, per «non avere denunciato» Preynat, colpevole di centinaia di aggressioni sessuali compiute quando era responsabile del gruppo scout Satin Luc di Sainte-Foy-les-Lyon negli anni Settanta e Ottanta. 

Arcivescovo di Lione, all’epoca, era monsignor Albert Decourtray e Barbarin era stato nominato solo nel 2002. In primo grado la procura aveva chiesto l’assoluzione. 

Papa Francesco ha poi ricordato tutti i poveri che sono arrivati ad Assisi nello spirito di San Francesco. Nelle Fonti Francescane viene ricordato un aneddoto simbolico. Francesco e Masseo si erano messi in viaggio per raggiungere la Francia, ma non avevano portato con sé provviste. A un certo punto dovettero cominciare a chiedere la carità. Francesco andò da una parte e fra Masseo da un’altra. Ma, come raccontano i Fioretti, Francesco era piccolo di statura e chi non lo conosceva lo riteneva un “barbone”; invece fra Masseo “era un uomo grande e bello”. Fu così che San Francesco riuscì a stento a raccogliere qualche pezzo di pane raffermo e duro, mentre fra Masseo raccolse dei bei pezzi di pane buono. 

«Quando i due si ritrovarono si sedettero per terra e su una pietra misero quanto avevano raccolto. Vedendo i pezzi di pane raccolti dal frate, Francesco disse: Fra Masseo, noi non siamo degni di questo grande tesoro. Il frate, meravigliato, rispose: Padre Francesco, come si può parlare di tesoro dove c’è così tanta povertà e mancano anche le cose necessarie?. Francesco rispose: È proprio questo che io reputo un gran tesoro, perché non c’è nulla, ma quello che abbiamo è donato dalla Provvidenza che ci ha dato questo pane». Ecco l’insegnamento che ci dà San Francesco: saperci accontentare di quel poco che abbiamo e dividerlo con gli altri» ha detto il Papa.

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