Papa Francesco si congeda: ai cattolici del Golfo raccomanda di restare uniti mentre i media arabi ricamano sul "raduno di massa"

Domenica 6 Novembre 2022 di Franca Giansoldati
Papa Francesco si congeda: ai cattolici del Golfo raccomanda di restare uniti mentre i media arabi ricamano sul "raduno di massa"

Manama (Bahrein) – Mass gathering.

Raduno di massa. Titolano così le prime pagine dei maggiori giornali in lingua inglese del Bahrein, mettendo in luce l'evento straordinario di ieri che nella Penisola Araba ha visto la realizzazione di una messa tanto affollata - 30 mila persone - nello stadio più importante della regione. Un evento religioso trasmesso in televisione con la magnanima benedizione della casa reale sunnita del Bahrein, da sempre piuttosto tollerante verso le minoranze (eccezione fatta per la corrente sciita che resta perseguitata nonostante sia predominante tra l'ottanta per cento della popolazione musulmana).

Il viaggio di Papa Francesco in questo piccolo stato che dista mezz'ora d'auto dall'Arabia Saudita sarebbe stato impensabile organizzarlo solo alcuni anni fa, dopo la rottura delle relazioni con il centro teologico sunnita di Al Azhar, al Cairo, e il famoso discorso sulla fede e la ragione che pronunciò a Ratisbona l'allora pontefice Benedetto XVI. Il cammino con l'Islam moderato è stato accelerato da Francesco che ne fatto una bandiera del suo pontificato ed è culminato con la firma dell'accordo sulla Fratellanza. Nel 2019 ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, il Papa e il 'fratello' Grande Imam di Al Azhar, Al Tayyeb hanno segnato una pagina destinata a segnare gli anni a seguire, tesa a sbriciolare le diffidenze reciproche e trovare un linguaggio comune di azione basato sul rispetto dei diritti umani nel mondo. Un percorso (ancora in salita) ma che in Bahrein ha segnato una seconda importante tappa. Il momento più evidente è stata proprio la messa affollatissima allo stadio del re.

Prima di partire per Roma, Papa Francesco, nella più antica chiesa bahreinita ha incontrato la piccola comunità cattolica. Il Vicario apostolico dell'Arabia, monsignor Paul Hinder ha spiegato che si tratta di una «Chiesa migrante, non solo in Bahrein ma anche in Kuwait, Qatar e Arabia Saudita, ma appartengono tutti al Vicariato Apostolico dell’Arabia del Nord. Alcuni qui provengono anche da altre parti della penisola arabica. Questi sacerdoti, religiosi e religiose e laici rappresentano tutti coloro che sono impegnati nella pastorale in questa regione: parroci, assistenti sacerdoti, religiose, catechisti, responsabili di associazioni e gruppi di preghiera. Riflettono anche la diversità culturale ed etnica della Chiesa migrante in questa parte del mondo. Molti di loro stanno lottando ogni giorno». 

Nella regione ci sono attualmente circa 60 sacerdoti che lavorano tra circa 2 milioni di cattolici dispersi in quattro paesi. Circa 1.300 catechisti insegnano a più di 16.000 bambini. Tutti lavorano come volontari, a volte in condizioni molto difficili a causa delle restrizioni in alcuni Paesi in materia di libertà religiosa, permessi di lavoro e permessi di soggiorno. 

Francesco si congeda chiedendo ai cristiani nel Golfo di restare uniti. «Per essere credibili nel dialogo con gli altri, viviamo la fraternità tra di noi. Facciamolo nelle comunità, valorizzando i carismi di tutti senza mortificare nessuno; facciamolo nelle case religiose, come segni viventi di concordia e di pace; facciamolo nelle famiglie, così che il vincolo d’amore del sacramento si traduca in atteggiamenti quotidiani di servizio e di perdono; facciamolo anche nella società multireligiosa e multiculturale in cui viviamo: sempre a favore del dialogo, tessitori di comunione con i fratelli di altri credo e confessioni».

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